Il giudice monocratico, Simona Monforte, ha assolto perché “il fatto non sussiste” il sindaco di Messina, Cateno De Luca, imputato nel processo Caf Fenapi su una presunta evasione fiscale da un milione e 750 mila euro. La Procura aveva chiesto tre anni di reclusione. “Finisce il diciottesimo calvario, per me era il diciottesimo processo – ha dichiarato a caldo De Luca -. Questa sentenza la dedico a tutti gli uomini e le donne della Fenapi che ingiustamente per dieci anni hanno subito processi penali perché considerati appartenenti a un’associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale: quest’ultimo processo ricordo a tutti portò al mio arresto e a quello del presidente della Fenapi”.
Per il sindaco “questo procedimento ha avuto una matrice politica per come già emerso e di conseguenza voglio ringraziare il giudice che ha avuto veramente la terzietà e la statura morale al cospetto di un provvedimento delicato che causò il mio arresto. Devo dire grazie – prosegue – ai messinesi che nonostante questo processo e il mio arresto mi hanno eletto sindaco. Sono stati i messinesi i primi che hanno creduto nella mia innocenza”.
Poi, quasi a sorpresa, De Luca sfodera un attacco nei confronti di Matteo Salvini, che proprio in seguito all’arresto del 2017, parlando di Scateno, disse che “si era proposto a noi per portarci voti. Abbiamo fatto più che bene a dirgli di no”. Oggi De Luca contrattacca: “Non avevo mai chiesto di essere candidato nella Lega alle elezioni regionali 2017 e comunque non ero uno dei delinquenti che lui ha tenuto lontano dalla Lega. Io sostengo che nella vita per chiedere scusa bisogna essere uomini prima di essere politici o altro”.
De Luca, nel frattempo, ha deciso di posticipare a domenica le sue dimissioni da sindaco (previste per martedì 11). In questo modo potrà partecipare all’incontro col Pontefice del 5 febbraio, cioè prima della scadenza dei venti giorni in cui la decisione diventerà irrevocabile. Poi comincerà la sua campagna elettorale per la presidenza della Regione.