La Corte d’appello di Catania ha assolto l’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, dall’accusa di concorso esterno all’associazione mafiosa e corruzione elettorale. Alla lettura della sentenza l’ex leader del Mpa non era in aula. L’inchiesta, che in dieci anni di udienze ha portato a due sentenze ‘contrastanti’ e a un annullamento con rinvio della Cassazione, si basa su indagini dei carabinieri del Ros di Catania su rapporti tra politica, imprenditori, ‘colletti bianchi’ e Cosa nostra. Per la Procura, che aveva chiesto una condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione, Lombardo avrebbe favorito il clan dei Santapaola-Ercolano e ricevuto voti alle Regionali del 2008, quando fu eletto governatore. Accuse sempre respinte. Lombardo si era dimesso da palazzo d’Orleans nel luglio 2012, prima della scadenza naturale del suo mandato, per difendersi.
“L’ho sentito e mi ha detto che era contento”, ha dichiarato all’uscita dall’aula l’avvocato difensore Maria Licata, che ha deciso comunque di attendere le motivazioni prima di commentare l’esito di una Camera di consiglio durata oltre tre ore. La politica siciliana, con la sentenza di oggi, potrebbe riappropriarsi di uno dei suoi protagonisti. Lombardo, che non ha mai abbandonato del tutto l’agone, ha continuato a muoversi dietro le quinte con il suo Movimento per l’Autonomia (oggi Mna). Ed è stato presente anche a Roma, dove recentemente ha incontrato il leader della Lega, Matteo Salvini.
Le prime felicitazioni per l’assoluzione dell’ex presidente arrivano, non a caso, da un esponente del Carroccio: il segretario regionale Nino Minardo. “Sono davvero felice e sollevato. La Corte d’Appello di Catania oggi restituisce dignità e giustizia a Lombardo e conferma la linea di chi ne ha difeso l’operato negli anni in cui Raffaele Lombardo ha ben governato ed ha ricoperto incarichi di grande responsabilità istituzionale. La mia soddisfazione è doppia, a titolo politico e personale”. Poi è il turno di Musumeci: “La sentenza emessa dalla Corte di Appello di Catania restituisce finalmente serenità non solo a Raffaele Lombardo e ai suoi familiari, ai quali rivolgo un pensiero di affetto e amicizia, ma anche all’Istituzione che ha guidato. Bisogna avere rispetto delle sentenze e fiducia nella giustizia. Guai quando la giustizia invade il campo della politica e viceversa”.
Anche Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva, commenta l’esito del processo: “Dodici lunghi anni e un’attesa che ha compromesso il percorso politico di Raffaele Lombardo, che ha gettato ombre e dubbi sulla tenuta di un intero sistema politico siciliano. Oggi l’ex governatore viene assolto dai reati di concorso esterno all’associazione mafiosa perché “il fatto non sussiste” e per “non aver commesso il fatto” per il reato di corruzione elettorale. A Raffaele Lombardo esprimo la mia vicinanza per questo verdetto che ristabilisce la verità, non cancellando però la sua sofferenza”.