“La grande risposta del mondo del lavoro all’inadeguatezza delle risposte del Governo Draghi. A Palermo, più di diecimila persone arrivate da tutti i Comuni per dire che c’è una Sicilia che non si rassegna e vuole cambiare questo Paese. La nostra regione è per lo sviluppo, i diritti, e il futuro. Grazie, grazie, grazie: abbiamo scritto una delle pagine migliori di riscatto della nostra terra”. Così Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, al termine della manifestazione che si è svolta questa mattina a piazza Verdi, di fronte al Teatro Massimo. Palermo era una delle cinque città chiamate all’appello da Cgil e Uil per la mobilitazione contro le politiche del governo centrale. Tra i pochi politici siciliani ad aver appoggiato l’iniziativa c’è Claudio Fava: “Senza equità non c’è futuro. In questo paese, e in Sicilia, negli ultimi anni la forbice tra ricchi e poveri si è allargata. Invertire questo processo deve essere una priorità dell’agenda politica. Per questo condivido le ragioni dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil; ragioni ancora più forti nella nostra regione, attraversata da una crisi sociale devastante e dove rischiamo di veder sprecati o inutilizzati pure i fondi del PNRR. Dalle piazze e dai lavoratori arriva forte questa richiesta. Sarebbe errore imperdonabile non farlo”.
I palermitani, su uno schermo, hanno assistito anche ai discorsi, pronunciati da piazza del Popolo, di Landini e Bombardiere. “Sta aumentando la distanza tra il palazzo della politica e il Paese. Noi invece diamo voce al disagio sociale che c’è nel Paese. Abbiamo bisogno di prendere la parola e farebbe bene chi è in Parlamento ad ascoltarci”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Oggi è l’avvio di una mobilitazione perché pensiamo che il Paese vada cambiato, con una riforma fiscale e delle pensioni degna di questo nome e cancellando la precarietà. È l’inizio di una battaglia”, afferma. “Se non si fanno le cose che stiamo chiedendo, noi scioperiamo e torniamo in piazza perché non dobbiamo rispondere ad alcun governo – conclude Landini -. Per noi questa non è la fine di un ciclo di manifestazioni, per noi è l’inizio perché non rinunciamo all’idea di una riforma delle pensioni, del fisco e della lotta alla precarietà. Ora ancora con più forza. Le piazza di oggi ci dicono che non siamo isolati”.
“Oggi ci sono cinque piazze piene. È strano dire che non rappresentiamo il Paese reale, chi è rimasto indietro. Chiediamo al governo di fare scelte diverse. Il Paese ha bisogno di risposte, che finora non sono sufficienti”, afferma il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.