Il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, è di nuovo a rischio sospensione per effetto della Legge Severino. La Corte Costituzionale, infatti, ha dichiarato “non fondate le questioni di legittimità costituzionale” sollevate dal Tribunale di Catania che, in seguito alla condanna di Pogliese in primo grado per peculato (nell’ambito del processo per le spese pazze all’Ars), aveva posto il quesito alla Consulta, ottenendo la reintegrazione del primo cittadino.
Adesso la questione torna a Catania: il Tribunale dovrà convocare le parti in udienza per decidere sull’applicabilità della Legge Severino. Pogliese è già rimasto sospeso per un periodo inferiore ai 18 mesi previsti dalla legge. Ma ora tutto cambia perché come scrive la Consulta “la sospensione in esame non ha natura sanzionatoria, ma è una misura cautelare diretta a evitare che coloro che sono stati condannati anche in via non definitiva per determinati reati gravi o comunque offensivi della pubblica amministrazione – come il peculato, per il quale è stato condannato il ricorrente nel giudizio principale – rivestano cariche elettive, mettendo così in pericolo il buon andamento dell’amministrazione stessa e la sua onorabilità”. Per la Corte Costituzione la misura della sospensione è adeguata «in una logica che prescinde dalla concreta gravità del reato contestato e dalla pena irrogata, e che si incentra invece sulla finalità cautelare perseguita, che è quella di evitare che la permanenza dell’eletto nell’organo elettivo» pregiudichi il buon andamento della macchina amministrativa.
«Apprendo e accolgo con serenità il pronunciamento della Corte Costituzionale che, di fatto, legittima quella parte della legge “Severino” che il Tribunale di Catania aveva chiesto di esaminare – ha detto Pogliese in una nota -. Anche stavolta per la sua concreta applicazione mi rimetto rispettosamente al giudizio della magistratura ordinaria, visto che fu proprio il Tribunale etneo, esattamente un anno addietro, a reintegrarmi nelle mie funzioni dopo la temporanea sospensione. Continuerò nel frattempo a lavorare svolgendo il ruolo di Sindaco per Catania e nell’interesse dei suoi Cittadini, incarico che con largo consenso sono stato chiamato a ricoprire. Ritengo, tuttavia, doveroso evidenziare che sulla legge Severino pende già un referendum abrogativo, ritenuto ammissibile dalla Corte di Cassazione, e diversi disegni di legge di modifica sono stati presentati in Parlamento. Da ultimo quello del Pd, partito a cui fa riferimento il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, che di recente è stato colpito da analogo sproporzionato provvedimento di sospensione, anch’egli a fronte di una sentenza di primo grado. Sono certo, nel merito, che la mia condotta limpida e trasparente verrà accertata in ogni sede giudiziaria; ho fatto, lo ribadisco, una scelta d’amore verso la mia città. Per questa ragione non sarà una legge profondamente ingiusta, come la ritengono illustri costituzionalisti ed esponenti di ogni parte politica, a farmi arretrare di un millimetro”.