“I lavoratori Asu vanno stabilizzati e la Regione Siciliana è impegnata a fondo per raggiungere questo obiettivo, facendosi carico dei costi. Ma Roma, che ha impugnato l’art. 36 della Finanziaria regionale, deve darci delle risposte per superare ogni ostacolo e istituire il tavolo tecnico che abbiamo chiesto. Invece dal governo nazionale riscontriamo un silenzio inaccettabile, nonostante le nostre ripetute richieste di interlocuzione, formali e informali. L’ultima a fine ottobre, quando ho scritto personalmente al ministro del Lavoro Orlando, anche stavolta senza riscontro”. Lo afferma l’assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone.
La vicenda degli Asu approderà martedì a Sala d’Ercole. In attesa di buone nuove sul percorso di stabilizzazione, infatti, il governo Musumeci ha proposto di ritagliare la dotazione finanziaria per il 2022. Una scelta cui si oppongono i sindacati: “Se il governo regionale pensa realmente di tagliare il fondo per il precariato di 28 milioni di euro, ossia il fondo che finanzia anche il bacino dei 4.571 lavoratori Asu, sappia che sarà una vera e propria dichiarazione di guerra a cui siamo pronti a rispondere adeguatamente promuovendo una causa collettiva”, dicono Giuseppe Badagliacca, Gianluca Cannella e Clara Crocé del Csa-Cisal. “I lavoratori si ritroverebbero senza copertura finanziaria per i sussidi – spiegano gli esponenti del sindacato Csa-Cisal – Una vera beffa, oltre al danno del freno alle stabilizzazioni che invece vanno attuate senza indugio. Chiediamo al Governo un’immediata smentita del taglio e all’Ars la convocazione delle organizzazioni sindacali in commissione Bilancio e in commissione Affari istituzionali per discutere di una legge che consenta le stabilizzazioni ponendole a carico della Regione e dell’immediato utilizzo dei 10 milioni di euro non per l’aumento delle ore, ma per l’adeguamento del sussidio da 597 a 750 euro al mese. A questo deve aggiungersi la riattivazione del tavolo di confronto col Governo nazionale, la misura è colma e la pazienza è finita”.