Il primo vertice per la scelta del neo candidato a sindaco di Palermo potrebbe saltare. Lo riporta il quotidiano ‘La Sicilia’, citando fonti leghiste. L’annuncio di una tavola rotonda del centrodestra convocata da Gianfranco Micciché per il prossimo venerdì, alle 18 a palazzo dei Normanni, inizialmente sembrava condivisa anche dal Carroccio. Il coordinatore provinciale del partito, Vincenzo Figuccia, non ha lesinato note nemmeno nel giorno d’Ognissanti: “Mantenere unito il centro destra lo considero un dovere nei confronti dei palermitani. – scrive il deputato – Dico semplicemente che non possiamo lasciare Palermo agli eredi degli Orlando e che per fare questo è necessario mettere in campo tutte le forze del centrodestra che vogliono dare una mano. Spero che nessuno – aggiunge – si faccia prendere dalla smania di veti incrociati e da deliri di onnipotenza e che tutti si mettano a servizio del progetto per il rilancio di una città che va salvata dal default”.
Ma una cosa che la Lega non ha digerito e che non manderà giù è il veto di Micciché alla proposta di candidare Francesco Scoma, che era uscito da Forza Italia per iscriversi a Italia Viva, prima di finire alla Lega. “E’ inaccettabile”, avevano tuonato dal Carroccio. Mentre Salvini auspica una chiusura della trattativa – che dovrà passare anche dal tavolo nazionale – entro novembre. Fratelli d’Italia, invece, parteciperà al summit: non è in dubbio la presenza del coordinatore provinciale Raoul Russo e del capogruppo in Consiglio comunale, Francesco Scarpinato. Il partito della Meloni ha già fatto il nome di Carolina Varchi per la poltrona di palazzo delle Aquile. Venerdì, a palazzo dei Normanni, non dovrebbe esserci nemmeno Totò Cuffaro, che alle 17 è già impegnato con l’inaugurazione della sede provinciale della Democrazia Cristiana a Messina. Manderà al suo posto Pippo Enea.
La partita di Palermo si incrocia a quella che si gioca alla Regione. Musumeci, palesando la scritta ‘Musumeci presidente’ sotto il nuovo simbolo di Diventerà Bellissima, ha reso più forte la sua volontà – già annunciata da mesi – di ricandidarsi. Silenzio da parte degli alleati. Ma c’è un fatto ulteriore che mina gli equilibri del centrodestra: ossia l’ingresso in scena di Gaetano Micciché, fratello di Gianfranco e dirigente di Banca Intesa. Uno di quei nomi che potrebbe scompaginare l’intero arco costituzionale siciliano e rappresentare ciò che Gianfranco sogna da tempo: il Draghi in salsa sicula. Un possibile candidato su cui (provare a) far confluire anche il Partito Democratico, oltre a Italia Viva. Difficile che Musumeci accetti. Anzi, il governatore si è detto pronto a candidarsi anche da solo. La sua campagna elettorale scatterà il prossimo 20 novembre a Catania. Appuntamento che il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha ribattezzato come “una vergogna”. Ah già, perché in campo c’è pure Scateno…