Domani e lunedì si vota in 42 comuni siciliani. Ma i test con valenza politica non abbondano (in termini di alleanze, prevale ovunque il ‘fritto misto’). Il più significativo, che rappresenta l’apoteosi della nuova bipolarizzazione del sistema, lo offre Caltagirone: un luogo magico dove il turismo è in affanno e lo spopolamento un orizzonte assai temibile. L’operazione rilancio passa dalla sfida fra Sergio Gruttadauria, sostenuto dal centrodestra, e Fabio Roccuzzo, appoggiato dal centrosinistra. Senza alcun distinguo. Sembra un antipasto delle prossime Regionali. Caltagirone, dove negli ultimi cinque anni l’uscente Gino Ioppolo si è preoccupato di risanamento economico-finanziario, è un feudo della destra musumeciana. Ioppolo è il segretario regionale di Diventerà Bellissima, il movimento del governatore, e sarebbe stato lecito aspettarsi una sua ricandidatura. Ma l’allievo, a differenza del maestro, ha dichiarato esaurita la sua missione col primo (e unico) mandato.
A Caltagirone l’ampio schieramento di destra è riuscito a non dividersi soltanto nei minuti di recupero. Un altro paio di candidature (quelle di Matteo Alparone e Salvo Romeo) avrebbero potuto inficiare la corsa di Gruttadauria, che di Ioppolo è stato vicesindaco oltre che assessore ai Lavori pubblici, e la continuità amministrativa. Ma soprattutto avrebbero finito col consegnare il Comune a Fabio Roccuzzo, dirigente del Partito Democratico che a questo giro trova il sostegno del Movimento 5 Stelle. E’ uno dei sei comuni al voto col proporzionale dove i partiti del “campo largo” s’appattano. E dove non mancano gli sponsor d’eccezione: da Francesco Boccia, che ha partecipato in prima persona alla campagna elettorale; passando per Dario Franceschini, che un paio di giorni fa è intervenuto a un collegamento via Zoom con il segretario Barbagallo e l’aspirante primo cittadino per confermare la bontà dell’operazione. I grillini, che avevano riposto più di una speranza su Piergiorgio Cappello, fratello del deputato regionale Francesco, si sono adeguati. Persino Conte, con la sua presenza in piazza di mercoledì sera, ha dato la benedizione a Roccuzzo.
Il gesto di generosità dei Cinque Stelle è ricambiato dal Pd a Grammichele, dove il candidato del centrosinistra è l’uscente Pippo Purpora, capace, cinque anni fa, di sbaragliare i vecchi schemi della politica. Ma nel comune che ha dato i natali all’ex governatore Raffaele Lombardo, la sua presenza è ancora salda. In campo, infatti, è sceso uno dei suoi fedelissimi: l’ex assessore provinciale Pippo Greco. Un nome legato alla storia del Movimento per l’Autonomia. Il ruolo di battitore libero spetta di diritto ad Antonio Aiossa, mentre c’è molta curiosità per il risultato di Davide Malaspina, sostenuto da Luca Sammartino, che in molti centri etnei ha piazzato la bandierina con la lista del Quadrifoglio. Un altro modo di dire Lega. Una curiosità: il capolista è Angelo Attaguile, salviniano della prima ora, uscito con le ossa rotte dalle ultime Europee.
A Giarre, un altro dei comuni più popolosi, parte coi favori del pronostico Leo Cantarella, vicinissimo a Sammartino, che l’ha circondato di sei liste civiche. Qui la destra si sfalda (è presente Leo Patanè, espressione di Forza Italia e della Dc di Totò Cuffaro), mentre la sinistra non esiste neppure. Il sindaco uscente Angelo D’Anna ci riprova, mentre l’outsider è Elia Torrisi, del Movimento 5 Stelle. Un altro comune dove il ‘campo largo’ di sinistra sta investendo un sacco di energie – è stata la prima tappa elettorale di Giuseppe Conte – è Adrano: qui il candidato di Pd e Cinque Stelle, Vincenzo Calambrogio, è il favorito d’obbligo. Tentano di arrivare al ballottaggio il civico Agatino Perni (proposto da Forza Italia) e Carmelo Pellegriti con le sue cinque liste (comprese Quadrifoglio, FdI e Udc). Il simbolo dell’Mpa, con la colomba della pace, svolazza sui manifesti di Fabio Mancuso, il quarto incomodo.
A Misterbianco, dove si vota il 24 ottobre, sarà un dessert molto gustoso fra Nino Di Guardo, condotto per mano dall’establishment del Partito Democratico, e Massimo La Piana, del Movimento 5 Stelle. Le strade, questa volta, non convergono. Ma occhio al centrodestra: sgomitano il “solito” candidato di Sammartino, Ernesto Calogero, e il giovane Marco Corsaro, classe ’84, già vicesindaco, affiancato dai partiti tradizionali – da Fratelli d’Italia a Forza Italia – travestiti da civici.
La partita più bella in provincia di Siracusa si gioca a Lentini, dove l’uscente Saverio Bosco – simpatizzante renziano – sfida l’avvocato Massimo Lo Faro (Pd e M5s). La destra si divide fra coniugi: Francesca Reale, che nutre le simpatie di Diventerà Bellissima (il suo spin doctor, come rivelato da ‘La Sicilia’, è Giuseppe Pollicino, fedelissimo di Musumeci); e il marito Stefano Battiato, con al seguito due partiti influenti come Forza Italia e Fratelli d’Italia. Al loro matrimonio, nel 2017, fu testimone di nozze Raffaele Lombardo. Oggi l’ex Mpa propende per la signora. Qui la partita si gioca anche sul tema della monnezza. La discarica di contrada Grotte San Giorgio, gestita dalla Sicula Traporti (in amministrazione giudiziaria dopo l’inchiesta che ha travolto la famiglia Leonardi), è in attesa di un ampliamento che nessuno vuole. Nel frattempo ha chiuso i rubinetti, impedendo a 150 comuni il regolare conferimento. Regolare, si fa per dire.
Altre sfide d’interesse, in provincia, riguardano Rosolini – dove l’unico partito ufficiale è il Pd (che sostiene Corrado Vaccaro) e si candida Tino Di Rosolini, sputtanato via social da Selvaggia Lucarelli per averle affittato una villa senza energia elettrica e mastelli per la differenziata – e Noto. Nella città barocca è sfida a due: tra Corrado Figura, 43enne presidente del Consiglio comunale; e Aldo Tiralongo, 20 anni più maturo. Entrambi hanno fatto parte della giunta Bonfanti durante la prima legislatura. Tiralongo, l’attuale direttore del carcere, vanta il sostegno di alcuni amici di un certo peso: Forza Italia, Udc e Pd. Sì, avete capito bene: il Partito Democratico.
Che anche altrove, per la verità, s’inventa soluzioni audaci. In primis a Canicattì: dove l’uscente Ettore Di Ventura (un dem senza simbolo) raccoglie l’assist di Forza Italia (contro Fabio Falcone dei Cinque Stelle). Ma anche ad Alcamo, dove per la verità è l’Udc di Mimmo Turano a confluire sul progetto di Giusy Bosco, proposto dal Pd contro la riconferma di Domenico Surdi, del Movimento 5 Stelle. Nell’unico comune del Trapanese al voto, la destra si spacchetta: al netto di Turano, che ha giustificato la sua scelta nell’esclusivo interesse di Alcamo, competono Massimo Cassarà (con quasi tutto il centrodestra) e Alessandro Fundaro, che gode della vicinanza dei meloniani. A Porto Empedocle si ripropone uno schema simile: Rino Lattuca, sponsorizzato dall’assessore al Turismo Manlio Messina (FdI) e dall’Udc, si scontra con Calogero Martello, di Forza Italia. Ma occhio all’uscente Ida Carmina, del Movimento 5 Stelle. Il Pd questa volta ne rimane fuori. Mentre è in lizza a Favara, dove assieme ai grillini lancia Antonio Palumbo, contro i due candidati della destra: Giuseppe Infurna (Lega, FI e Dc) e Totò Montaperto (Udc, Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima). A San Cataldo, nel Nisseno, i giallorossi appoggiano Gioacchino Comparato contro i due competitor della destra: Luigi Cuba, avvocato, sponsorizzato da Forza Italia e Dc; e Claudio Vassallo, dottore commercialista, su cui puntano Fratelli d’Italia e la Lega (qui rappresentata dall’on. Alessandro Pagano, uno della vecchia guardia). I candidati nel complesso sono sette.
Ultima competizione da brividi è quella di Vittoria, il secondo centro della provincia di Ragusa, il nono della Sicilia. Qui vorrebbe tornare a fare il sindaco Ciccio Aiello, ex assessore di Raffaele Lombardo, storico esponente comunista, che spera di vincere al primo turno. Il sindaco a Vittoria l’ha già fatto per sei volte. Il Movimento 5 Stelle, però, ha scelto una soluzione alternativa: si chiama Piero Gurrieri, il candidato di bandiera. Il principale competitor di Aiello, però, dovrebbe essere Salvo Sallemi, l’ex coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, che nei giorni scorsi ha ricevuto la visita di Giorgia Meloni per un comizio. Al suo fianco i musumeciani e la Lega, assente Forza Italia. Si gioca le sue carte anche il civico Salvatore Di Falco. Quella del comune ipparino, sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2019 e affidato alle cure di una terna prefettizia, è stata la campagna elettorale più lunga della storia. Domani finalmente torna la democrazia.