Ma proprio una siciliana doveva macchiarsi di questa gaffe? Sì. E poi chi lo ha detto che si tratti di una gaffe? In epoca di pieno relativismo ignorante, un obbligo può anche essere flessibile se non siamo veramente obbligati né moralmente né con la forza da terze persone o da enti e istituzioni. Basta allungarlo e lui, l’obbligo, come un elastico, cede.
Mio fratello Santi, ad esempio, il soldato non voleva farlo ma nel 1990 l’obbligo di leva non volle saperne e fu così che partì per Taranto, Marina militare, e per 12 mesi non lo vedemmo più. Per la mia gioia perché finalmente il motorino non dovevo più dividerlo con nessuno. A quei tempi anche i vaccini erano un obbligo. Così diceva la medicina ufficiale e noi avevamo piena fiducia in essa. Non esisteva ancora un partito, un Movimento pardon, che sulla base dei voti ottenuti poteva decidere cosa era falso e cosa no. Perché la vera democrazia è questa: chi ha più voti ha sempre ragione, anche se non ha studiato. Anzi, meno ha studiato e più c’è da credergli.
Oggi la catanese Giulia Grillo – e più grillina di lei c’è solo l’ominimo Beppe – l’ha sparata grossa. Il vaccino? Ci sarà l’obbligo di farlo, ma flessibile quanto basta per non farlo. Luigi Pirandello non era forse cittadino della Trinacria? E anche Giulietta, ministra della Salute, lo è. E, da dirigente autorevole del Movimento 5 Stelle, può permettersi questo e altro, può dire una cosa e il suo contrario, può confutare i teoremi della scienza sulla base del sentito dire, del buon senso del popolo, della pancia del Paese, del parere di google e di facebook. Perché loro hanno i voti, il 32 per cento, sono il primo partito italiano e hanno sempre ragione. È la democrazia, bellezza, e non fa prigionieri.
Winston Churchill diceva che il miglior argomento contro la democrazia lo fornisce una semplice conversazione di cinque minuti con un elettore medio. A me gli elettori del M5S sembrano tutti medi. Anzi, a dire il vero, ben sotto la media. ministri compresi. Ma sarà solo una mia impressione.