Cateno De Luca ha annunciato – ma non è la prima volta – la sua candidatura alla presidenza della Regione. L’ha fatto ieri all’Ars, durante la presentazione del progetto di Sicilia Vera, il suo movimento: “Sono candidato da tempo – ha detto il sindaco di Messina – con un percorso, anche legato a scadenze istituzionali, che prevede le dimissioni da sindaco di Messina a febbraio”. “Non mi interessa fare politica fine a sé stessa – ha detto De Luca – ma portare a Palazzo d’Orleans la mia esperienza che è quella delle azioni concrete da amministratore pubblico. Un progetto rispetto al quale non ho preclusioni di sorta verso alcuno, ma che sarà basato su un decalogo di metodo e di intenti, che al primo punto avrà l’assoluta incompatibilità con le esperienze di governo di Crocetta e Musumeci: nessuno degli assessori di questi governi potrà avere spazio nella mia squadra”.
Proprio rispetto a Musumeci, De Luca ha chiesto “scusa ai siciliani per averne supportato l’elezione, una vera sciagura per la nostra terra”, ma ora – ha aggiunto – “non sarà consentito a chi ha determinato lo sfascio di tornare sul luogo del delitto, “a partire dall’assessore Armao Meravigliao, artefice dell’attuale disastrosa situazione del bilancio certificata dall’assenza del consuntivo 2019 e 2020 e ancor più colpevole per la mancata applicazione delle norme sull’utilizzo dei fondi POC e per la totale assenza di programmazione della spesa”.
A Miccichè, invece, ha consegnato un documento – la cosiddetta “vertenza Messina” – a testimonianza “che il 90% dei problemi accumuna le grandi e le piccole città ed è legato alla mancata attuazione delle leggi e ai comportamenti del governo regionale. E’ un preavviso di sfratto – insiste Scateno -, a cui può l’on. Micciché può rispondere battendo un colpo da presidente del Parlamento, che agisce a tutela di tutti i cittadini, di tutti i territori e soprattutto a tutela della dignità e del lavoro del Parlamento. Un preavviso che, in assenza di segnali concreti non potrà che diventare un avviso di sfratto”.