L’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha sposato la madre dei suoi figli e compagna di sempre, Valeria Pegazzano Ferrando. Ma non è questa la notizia. E nemmeno il fatto che fra i 150 invitati alle nozze, che si sono celebrate nella campagna toscana, ci fosse anche l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (oltre alla ministra Luciana Lamorgese e alcuni vecchi amici del M5s, come il presidente della Camera Roberto Fico e Paola Taverna). La nota dolente, per uno dei massimi esponenti dell’anticasta come Bonafede, è il tono dei festeggiamenti, che gli sposi volevano mantenere ‘riservati’: niente foto, avevano chiesto agli invitati. Ma qualcuno ha infranto la promessa, mostrando l’enorme presenza di uomini delle scorte dei vari politici: una settantina gli uomini della sicurezza. Per questo i commenti si sono sprecati. E le critiche pure. Tra le tante, merita una menzione quella di Jacopo Iacoboni su ‘La Stampa’:
“Che bello quando Bonafede attaccava in tv un democristiano d’altri tempi come Rotondi, «lei è l’emblema della casta alienata dalla realtà!», gli gridava Quanti ricordi. Ieri, per non essere alienato dalla realtà e stare vicino al popolo, l’ex dj Fofò ha festeggiato il matrimonio a Villa Corsini, lussuosa tenuta fiorentina dove si sono sposati principesse di Svezia, magnati indiani e Marco Carrai, simbolo per Bonafede di trame e caste, e pure amico di Renzi. Villa Corsini, tra parentesi, affittata da un principe socio di Tommaso Verdini, figlio di Denis. E c’era tutto, il jeeppone Cherokee coi vetri oscurati, i carabinieri in borghese, la villa blindata, i potenti o ex (Conte) e gli assenti illustri (Grillo). Niente di male, per noi che da sempre amiamo il lusso; a parte il finger food, più grave di questi comici voltafaccia”.