Gli americani lo chiamano loft-talk, linguaggio da stalla. Ma la volgarità di Manlio Messina – assessore regionale al Turismo – non sta tanto nelle parole da lupanare con le quali infarcisce discorsi senza capo né coda. Sta soprattutto negli insulti che rivolge a Repubblica e agli altri giornali; nell’immagine che lui ha della stampa e dell’informazione, del dibattito e del confronto politico. Diciamolo: più che un inquilino di Palazzo d’Orleans sembra un picchiatore fascista, un bullo travestito da balilla, una macchietta con la divisa da avanguardista. Abbiate tanta pietà per lui. Ma non per chi lo tiene in piedi. Un Presidente della Regione degno di questo nome lo avrebbe già cacciato a pedate: la decenza, annotava Eugenio Montale, è una qualità della vita. L’ex camerata Musumeci invece lo alleva e gli fa da padrino. Non si piglia chi non si assomiglia.