Il nome di Luca Sammartino, per un attimo, ha rischiato di fare deflagrare la Lega siciliana. Ma il terremoto non c’è stato. Il malumore di alcuni dirigenti era dovuto alle modalità – una linea diretta con Roma – con cui è stata condotta la trattativa. Apparse poco in linea rispetto all’opera di selezione e cesello messa a punto in questi mesi dal segretario regionale, Nino Minardo. A ridare un senso alle cose, soprattutto sotto il profilo della forma, ci ha pensato personalmente Matteo Salvini, che giovedì pomeriggio, a Roma, ha incontrato Minardo per ribadirgli la propria fiducia e stabilire insieme le prossime mosse. Nel comunicato diramato dal Carroccio, sono un paio i passaggi che lo testimoniano: a) Salvini e Minardo hanno fatto il punto sui possibili nuovi ingressi a livello nazionale, regionale e locale. Ogni decisione (…) sarà presa coinvolgendo dirigenti e territorio; b) Minardo è già al lavoro sul dossier, con l’obiettivo di rafforzare sempre di più la Lega, aprendo le porte a donne e uomini motivati, capaci e di valore.
Il messaggio che passa all’esterno, è che alcuni giornali si sono spinti troppo oltre e che la linea del partito, in fondo, non cambia. In questo processo di rafforzamento, però, è inclusa l’interlocuzione con Luca Sammartino. Che deve essere un valore aggiunto, e non costituire un freno. Le sue potenzialità, in termini elettorali, sono lampanti. Ma le fusioni a freddo non hanno mai portato a nulla di buono. E’ utile condividere dei passaggi, soprattutto se, come è emerso dalle ultime cronache, Minardo e Sammartino non si sono mai confrontati sul piano politico. Non basta un caffè. Il segretario, dopo ore di silenzio, si sbottona: “Lo conoscerò”. E, dopo il vertice con Salvini, precisa: “Confermo le interlocuzioni. Ma è una delle tante cose di cui stiamo discutendo in queste giorni. Sono contento – ribadisce – che la Lega sia diventato il nuovo polo attrattivo dei moderati siciliani. D’altronde, è la strada che ho indicato dal momento del mio insediamento”.
Impossibile strappargli dei nomi. La sensazione è che fuori ci sia la fila. In tanti, in queste ore, vengono accostati alla Lega: da Marianna Caronia, che al Carroccio aveva aderito per un periodo (prima di litigare con l’ex commissario Candiani) a Giovanni Cafeo, che ha fatto lo stesso percorso di Sammartino (compreso il salto dal Pd a Renzi). La lista comprende un altro deputato, Carmelo Pullara, che però ha rotto di recente con gli Autonomisti di Lombardo, tuttora legati alla Lega da un accordo federativo. Tutti i tasselli, insomma, vanno incastrati con cura. Per evitare di fare danni. Un bivio importante è rappresentato dalla visita di Salvini, che la settimana prossima sarà in Sicilia per sponsorizzare i quesiti referendari sulla giustizia. Ovviamente, incontrerà i dirigenti del partito, ma è ancora presto per ipotizzare annunci ufficiali. I canali restano aperti.