Attribuite pure a Grillo tutto il male del mondo. Da oltre dieci anni avvelena la vita democratica. Ha inventato l’antipolitica, l’uno vale uno, il vaffanculo. Ha portato al governo ominicchi e quaquaraqua, asinelli e scappati di casa. Non lo perdoneremo mai. Ma attenti a Giuseppe Conte, l’ex premier che voleva prendersi il Movimento Cinque Stelle e che Grillo ha licenziato con un cinismo che solo i comici sanno trovare. Conte non è un moderato ma un uomo mascherato. Dietro il doppiopetto, che riecheggia Palazzo Chigi, c’è il peggio del populismo forcaiolo. Dietro la sua pochette si nascondono fanatici e giustizialisti: il suo consigliere è Marco Travaglio, la sua spalla è Rocco Casalino, il suo riferimento per la giustizia è Fofò Bonafede. Basta questo triunvirato per spingerci ad amare – ma solo per un istante – il vecchio Grillo, uomo di scandalo e follia.