Gianfranco Micciché ha la pelle dura. E delle convinzioni ferree. Il suo incontro con la stampa parlamentare, in occasione della consegna del Ventaglio, voleva essere un momento di confronto sui primi mesi di attività legislativa. Si è trasformato in un tentativo di fare le pulci all’operato dell’Assemblea, accusata di riunirsi troppo poco e di aver approvato un numero di leggi esigue (8). “E’ un dibattito perfettamente inutile che si fa a ogni inizio legislatura – ammonisce il presidente dell’Ars – Il lavoro di un’azienda si valuta dopo tre anni. Io non chiedo tre anni, ma se devo basare il giudizio sui primi sei mesi, uso un metro di valutazione diverso: ossia i soldi che abbiamo fatto risparmiare all’erario e ai cittadini siciliani”.

E qui Micciché snocciola numeri, forte di una politica anti-sprechi che ha toccato vette impensabili anche per lui: “All’inizio della legislatura abbiamo chiesto alla Regione 4 milioni in meno. Sapevamo che la riduzione dei parlamentari avrebbe comportato un risparmio di 1,5 milioni, ma sul resto ci siamo impegnati senza un perché. Sapevamo di potercela fare”.

Anche la Corte dei Conti vi ha rivolto un plauso

“Grazie alla situazione dei portaborse risparmieremo 7 milioni a legislatura. Inoltre ci sono 600-700 mila euro l’anno derivanti dai tetti agli stipendi dei dipendenti, che hanno scelto di rinunciarvi in autonomia. Sono soldi che non possiamo redistribuire, ma che restano in Assemblea. Il risultato è che il prossimo anno ne chiederemo ancora meno. Abbiamo dato prova di grande serietà e una parte del merito vorrei attribuirmelo”.

Come spiega, invece, questa lentezza d’aula?

“E’ un falso problema. All’inizio della legislatura occorre attendere l’approvazione della legge finanziaria, senza la quale è impossibile spendere un centesimo o approvare qualsiasi norma. Ora che l’iter si è concluso, possiamo passare alle leggi d’iniziativa parlamentare. Che comunque non sono rimaste ferme: le commissioni si riuniscono ogni giorno e stanno passando al vaglio cinquanta proposte diverse che da settembre arriveranno in aula”.

Siete stati limitati anche dai numeri risicati della maggioranza?

“La maggioranza sulla carta non esiste. E’ chiaro che ogni provvedimento va dibattuto con le opposizioni. Bisogna fare cose che vadano bene anche a loro. In passato esistevano maggioranze bulgare, per questo ritengo soddisfacente quanto fatto finora. E poi, per quanto mi riguarda, ci sono altri motivi di vanto…”.

Me ne dice uno?

“Il lavoro fatto con la Fondazione Federico II e il suo direttore, Patrizia Monterosso. Abbiamo triplicato le entrate sulle visite a palazzo dei Normanni, migliorato il percorso dei turisti, tenuto una mostra sui pittori fiamminghi che ha collezionato un numero di visitatori pari a quello di molti musei italiani. E il 4 settembre avremo una grande mostra su Santa Rosalia: per l’occasione abbiamo chiesto a tutte le nazioni di farci pervenire i quadri che rappresentano la patrona di Palermo: ne arriveranno da Malta, dagli Stati Uniti e da ogni parte del mondo. E’ una cosa per cui mi sono speso molto anch’io. Riguarda l’attività culturale dell’Assemblea, non è affatto un aspetto secondario”.

A proposito di tagli alla spesa. L’argomento non l’affascina, ma come procede la questione vitalizi?

“Ho la sensazione che la proposta presenti dei rilievi di incostituzionalità. Si tratta di voci, niente di ufficiale. Ma ho chiesto una relazione agli uffici competenti, che non me l’hanno ancora presentata. Se dovesse rivelarsi incostituzionale, non la metterò ai voti anche se i Cinque Stelle mi chiedono di farlo per appuntarsi una medaglia al petto”.

La ritiene ancora un’iniziativa demagogica?

“E’ una vendetta politica nei confronti di chi ha dato tutto per la propria Regione. Tocca persone, o loro congiunti, che non sono mai stati arrestati e non hanno mai dato l’impressione o il dubbio di avere a che fare con la mafia. Hanno dato tutto e noi, invece, vorremmo punirli, costringendoli a vivere poco al di sopra della soglia di povertà fissata dall’Istat. Il risparmio è ridicolo, è solo una questione di cattiveria. In nessun paese serio sarebbe presa in considerazione”.

E’ vero che, da ex deputato alla Camera, ha fatto ricorso contro l’abolizione dei vitalizi prevista dalla legge Fico?

“Assolutamente sì. Il mio vitalizio alla Camera è di 4mila euro. Vogliono portarlo a 1300. Magari qualcuno riesce a camparci pure, e lo rispetto. Ma io, prima di sacrificare tutto me stesso per la politica, guadagnavo 400 milioni di lire l’anno. Alle spalle ho soltanto mezza legislatura all’Assemblea regionale, quindi mi rimarrebbe quel vitalizio a Montecitorio. E non accetto il fatto di dover campare a stento, una cinquantina di euro, sopra la soglia di povertà. Anche le norme di Fico sono  incostituzionali ed è matematico che, ai primi ricorsi, interverrà la Consulta”.

 

Fine del primo semestre, diamo le pagelle ai parlamentari. Si sono comportati meglio i “dem” o i grillini?

“Tutti hanno fatto la propria parte, nel pieno rispetto delle dinamiche della politica. L’unico brutto momento di questo avvio di legislatura è stato quando i Cinque Stelle sono usciti dall’aula durante l’intervento della presidente della Repubblica di Malta. Lì ho capito che un movimento politico non aveva ancora colto il significato delle istituzioni. Per il resto è un parlamento giovane, composto da gente poco esperta, che però studia e cerca di fare proposte. L’esperienza verrà da sé. Non posso dire che è una legislatura di lavativi e ignoranti, perché non lo penso e non sarebbe giusto”.

Forza Italia è al 7% nei sondaggi. Lei resta commissario regionale del partito?

“Penso che Forza Italia sia diventata una forza del Sud, che in Sicilia vale sempre il 20%. Mentre al Nord le dinamiche sono state scombinate dalla Lega ed è sotto gli occhi di tutti. Per quanto mi riguarda, sono stato io a chiedere a Berlusconi di mollare questa carica. Non mi sembra opportuno che mentre dirigo i lavori di un’assemblea parli anche a nome di un partito. Lui al momento mi ha chiesto di rimanere dove sono, almeno fino alle Europee. Ma poi qualcosa dovrà muoversi per forza. Non posso continuare così per cinque anni”.