“Nel corso della Finanziaria abbiamo raschiato il fondo del barile alla ricerca anche di spiccioli da mettere a disposizione dei siciliani messi in ginocchio dal Covid, e l’Ars con la velocità della luce ha aumentato lo stipendio del portavoce del presidente della Regione, portandolo a guadagnare più di primari che in questo momento sono in trincea per la lotta al Covid, rischiando la propria vita per salvare vite umane”. Lo ha detto, nel suo comunicato, il portavoce del Movimento 5 Stelle, Giorgio Pasqua. Il deputato regionale preannuncia una contromossa: “Come avevo annunciato – conclude Pasqua – presenterò un ddl per cercare di riportare lo stipendio del portavoce del presidente della Regione a cifre più accettabili. So benissimo che le cifre in ballo non cambieranno di una virgola le sorti della Sicilia, ma quello che conta sono i messaggi che partono dai palazzi del potere verso l’esterno. E quelli che partono oggi sono veramente pessimi, specie se si considera il terribile momento che stiamo vivendo”.

“La norma che riguarda la figura del portavoce del presidente della Regione – si leggeva nella nota diramata da palazzo d’Orleans, a polemiche già divampate – ne individua lo status giuridico determinando il superamento della esistente, stabilita con precedente legge regionale che lo equiparava, unica tra le Regioni italiane, a quello del segretario particolare del presidente e degli assessori. È evidente a tutti come le due figure professionali siano distinte, per compiti e responsabilità. Il nuovo inquadramento giuridico che, è bene sottolinearlo, allinea così il ruolo del portavoce alla normativa della maggior parte delle Regioni italiane, non comporta automaticamente il trattamento economico massimo previsto dalla norma. La retribuzione, infatti, sarà stabilita con deliberazione della Giunta regionale (e quindi ridotta, come già avvenuto per molte altre posizioni apicali). E ancora una volta sarà in linea con quanto previsto dagli Enti di pari livello. Quindi, molto lontano dalla dimensione ipotizzata, in molti casi strumentalmente e in malafede”.