Sui profughi rischia di scoppiare una crisi diplomatica tra Musumeci e Salvini. I dirigenti della Lega, infatti, stanno ripassando al Var l’intervento televisivo del presidente della Regione, ieri pomeriggio a Tagadà, in cui, a specifica domanda sull’input dell’ex Ministro ai governatori del Carroccio di non partecipare alla redistribuzione dei migranti – lasciandoli di conseguenza in Sicilia, dove sbarcano – Musumeci ha replicato duramente: “Io noto e continuo a notare tanta ipocrisia, perché di solito si punta il riflettore sull’uomo in mare e non si pensa a quello che è accaduto prima che arrivasse in mare o a quello che potrà accadergli quando, una volta soccorso, arriverà sulla terraferma. Questa ipocrisia mi pare disarmante. Tutti – ha aggiunto Musumeci, richiamando l’attenzione del premier Draghi – sappiamo che nelle prossime settimane nel Mediterraneo ci saranno centinaia di morti”.
Messo alle strette dal conduttore, Musumeci ha poi ribadito che “la Lega in Sicilia è il primo partito. Mentre voi continuate a stigmatizzare le frasi di Salvini, lui a Lampedusa ha preso una valanga di voti. Questo deve far riflettere. Gli amministratori della Lega – ha spiegato, poi, cambiando registro – rispondono al loro leader, non a me. Io non ho alcun titolo per giudicare il comportamento dei miei colleghi. Ma l’Italia non può sopportare il peso di questa tragedia umana, redistribuendo all’interno delle proprie regioni. Posto così, mi pare un ragionamento un po’ strumentale…”.
Musumeci, che la scorsa estate aveva emanato un’ordinanza (poi bocciata dal Tar) per chiudere d’imperio gli hotspot a causa delle condizioni sanitarie disastrose, adesso ribadisce la volontà di salvare tutti: “Il presidente della Regione sono io e do io la linea politica. Io parto dal principio che una persona in mare, per qualunque ragione si trovi lì, deve essere soccorsa. È un punto fermo dal quale non mi muovo”. Ma è sulla contrapposizione con la Lega che il dibattito rischia di avvilupparsi, divenendo critico. Sebbene Nino Minardo, il segretario del Carroccio, provi a stemperare gli animi: “Credo sia impossibile che le parole del presidente fossero riferite alla Lega – ha spiegato a Repubblica – Nessuno sostiene che dobbiamo fare annegare le persone. Salvare vite umane è un’assoluta priorità. Il punto è la redistribuzione dei migranti in ambito europeo: i siciliani aspettano con ansia che riparta il turismo, non gli sbarchi”.
Ma c’è una questione di fondo – quella dell’ipocrisia – che va letta anche in un altro modo. Va analizzata alla luce dello scollamento, sempre più evidente, nei rapporti fra il governatore e l’ex Capo del Viminale. La scelta di Musumeci di non confederarsi (inizialmente) con la Lega, e la decisione successiva del Carroccio di scegliersi un altro partner (gli Autonomisti), ha ammaccato gli umori e acuito le tensioni. Così, al di là di un normale rapporto istituzionale – sempre cordiale – fra le parti, si è persa quella sintonia politica che avrebbe dovuto portare il governatore uscente verso una naturale ricandidatura. Che adesso è sempre più in bilico.
La nota di Musumeci: tentativo di strumentalizzare
“Strumentalizzare la mia dichiarazione sui naufraghi in mare è un tentativo inutile. Ho detto – nel mio intervento di ieri su La7 – che la Lega è il primo partito in Sicilia e non mi risulta che Matteo Salvini abbia mai auspicato di lasciare i naufraghi in mare. Tutti ricordano che quando Salvini era al Viminale i trafficanti di carne umana sono rimasti disoccupati. Trattare in modo così strumentale il tema di una immigrazione in cui la Sicilia paga il prezzo più alto non fa onore all’etica giornalistica”. Lo dichiara il presidente della Regione, Nello Musumeci.
Il cuore della questione, però, non era quello di ‘lasciare i naufraghi in mare’, bensì la prospettiva offerta ai disperati una volta a terra. Salvini ha detto che i governatori leghisti si opporranno ai ricollocamenti sul territorio nazionale. Musumeci, rispondendo a specifica domanda del cronista, ha parlato di ‘ipocrisia’. Per averne prova basta rivedere il video postato su Facebook dallo stesso governatore.