Siamo nel bel mezzo di una pandemia, e Musumeci è atteso alla prova dell’aula (il Pd ha chiesto un dibattito) per capire come – da assessore alla Salute – sta affrontando questa parte dell’emergenza. Intanto, a Palazzo dei Normanni, si cerca con affanno di portare in fondo due riforme cruciali per l’esecutivo: da un lato il ddl edilizia, che martedì scorso è stato rinviato in commissione per reinserire alcuni articoli “accantonati” in precedenza e cercare di smaltire gli emendamenti in eccesso (ma anche per superare io ‘blocco’ imposto da ‘dem’ e Cinque Stelle); dall’altro, il ddl rifiuti, rimasto fermo a un anno e mezzo fa. Il testo, approvato dalla commissione Ambiente, dovrebbe finalmente approdare a Sala d’Ercole nei prossimi giorni per la prova del nove. Insomma, il materiale non manca.
Ma al fitto calendario dei prossimi mesi, con un blitz a sorpresa di Diventerà Bellissima, si aggiunge un altro disegno di legge, inatteso per certo versi, ma prettamente ideologico. Il gruppo parlamentare che fa capo al presidente della Regione, infatti, chiede che “nessuna via, piazza o struttura pubblica della Sicilia resti intitolata a quegli ufficiali garibaldini che si macchiarono di stragi contro la popolazione siciliana”. Con un disegno di legge a firma di Alessandro Aricò, Giorgio Assenza, Pino Galluzzo, Giusi Savarino e Giuseppe Zitelli, si chiede quindi “l’istituzione presso l’Assessorato degli Enti Locali di una “Commissione di verifica dei nominativi” con l’obiettivo di individuare tra gli Ufficiali delle truppe garibaldine presenti in Sicilia nel periodo 1860-1870 coloro che si sono macchiati di efferati massacri di civili. In base al ddl, i Comuni dovranno sostituire dalla toponomastica quei nominativi con altri scelti tra le vittime dei massacri”.
Non cambierà granché nella vita delle imprese siciliane – ancora in attesa dei ristori del 2020 – ma un ddl val sempre bene una messa: “In Sicilia abbiamo ben 106 strade e piazze intitolate a massacratori di Siciliani inermi – spiegano i deputati di Diventerà Bellissima -, un insulto alla memoria di migliaia di vittime innocenti. L’avventura garibaldina ha rappresentato sempre una terribile contraddizione tra ciò che la storiografia ufficiale racconta e la realtà dei fatti. Se, infatti, lo sbarco di Garibaldi è stato il preludio della nascita dello Stato italiano, è anche vero che durante l’avanzata in Sicilia delle truppe garibaldine ci sono stati pure vergognosi atti nei confronti di interi Paesi. Alcuni generali garibaldini, infatti, repressero le rivolte contadine con atti di guerra nei confronti della popolazione civile: si distinsero per la loro ferocia, ad esempio, Nino Bixio, Pietro Quintino, Raffaele Cadorna, Giuseppe De Villalta ed Enrico Cialdini”.