La rottura non c’è stata. E non è bastato nemmeno l’ennesimo tentativo di Marco Falcone, rivolto a Silvio Berlusconi, per sovvertire gli esiti della riunione di ieri pomeriggio, nella Torre Pisana di palazzo dei Normanni: i deputati di Forza Italia, con qualche eccezione, si sono schierati dalla parte di Gianfranco Micciché e degli assessori azzurri. Falcone compreso. Nella nota diramata a metà pomeriggio, sottoscritta pure dagli esponenti di governo Scilla e Zambuto, mancano le firme di Falcone (che è pure deputato) e Stefano Pellegrino. Quest’ultimo, presidente della commissione Affari Istituzionali dell’Ars, è in rotta da tempo col commissario regionale. Si è astenuto – ma non è una novità – Gaetano Armao, l’altro assessore considerato ‘fuoriquota’.
“È vero che dopo l’approvazione della Legge di stabilità regionale è emersa qualche tensione – spiegano i deputati forzisti in una nota -. Ma è pur vero che Forza Italia resta il partito di riferimento della coalizione di maggioranza, per tale motivo ribadiamo una certezza: andare avanti, insieme al commissario regionale Gianfranco Micciché, assicurando piena fiducia sia a tutti gli assessori di Forza Italia all’interno della squadra di Governo che al presidente Musumeci”.
Alla vigilia del summit, era stato Falcone ad avanzare dei dubbi sulla guida di Micciché: “L’idea della Forza Italia di Gianfranco – aveva spiegato a ‘La Sicilia’ l’assessore alle Infrastrutture – è molto diversa da quella della stragrande maggioranza del partito in Sicilia, che guarda all’orizzonte di un centrodestra unito”. Mentre il tentativo di allargare la coalizione sul modello Draghi, riproposta da Micciché a Buttanissima, secondo Falcone è un modo per “replicare lo stesso modello, divisivo e perdente, del 2012”. Quella di Micciché “è una posizione minoritaria, se non personale. Non ha il partito dalla sua”, aveva concluso. Beccandosi i rimbrotti del leader via Ansa: “Se scopro che il partito non è con me, me ne vado. Ma non deve essere un assessore, bensì il partito a dirmelo”.
Il partito ha detto un’altra cosa, mentre Micciché – secondo quanto si apprende – si è scusato con Armao e Falcone per gli attacchi degli ultimi giorni. Ha capito più il primo del secondo, che al termine della riunione (e dopo la nota firmata dalla stragrande maggioranza dei parlamentari) ha sentito l’esigenza di prendere (nuovamente) le distanze: “Siamo per la chiarezza. Prima di tutto viene il volere degli elettori e ciò che è il meglio per la Sicilia. Su questo non arretriamo, perché ce lo chiede la nostra gente. Oggi lo abbiamo detto, e continueremo a farlo attraverso la nostra azione quotidiana di buongoverno. Rinnegare il centrodestra, i nostri alleati e il presidente Nello Musumeci significa rinnegare noi stessi. Forza Italia non inseguirà partiti falliti e manovre incomprensibili. Non allontaneremo il nostro popolo. Non daremo spazio a nessun equivoco”. Quanto durerà la tregua?
La replica di Scilla a Falcone
Evidentemente, ieri pomeriggio, il mio amico Falcone ha partecipato ad un’altra riunione rispetto a quella tenuta dal …
Pubblicato da Toni Scilla su Giovedì 22 aprile 2021