“Quando Musumeci si alza e mi dice ‘non condivido il suo ordine dei lavori’, ho preferito andarmene. Forse la risposta migliore sarebbe stata: lei faccia il presidente della Regione che io faccio il presidente dell’Assemblea”. Gianfranco Micciché, dalle colonne de ‘La Sicilia’, torna a parlare delle fasi caldi del dibattito di giovedì scorso all’Ars, quando il governatore, al termine di una sessione di Bilancio sfiancante, pretese di rimanere in aula e riferire all’Assemblea sul caso Razza. Un momento di tensione, acuita dallo scontro fra Musumeci e il Pd: “Il presidente della Regione non può permettersi quel riferimento allo sbiancamento anale del suo predecessore”, riflette Micciché a distanza di giorni, ammettendo che quel discorso lo “considero il peggiore”. Sapevo, aggiunge il presidente dell’Ars, che “questo tipo di scontro in aula avrebbe creato un danno d’immagine alla nostra terra”.
La Finanziaria aveva già riservato parecchie scoppole al centrodestra, battuto su molte norme col voto segreto: “E’ necessaria una riunione di maggioranza e sarò io stesso a convocarla – dice Micciché – perché se qualcuno pensa che a un anno e mezzo dalle elezioni possiamo dare questo spettacolo si sbaglia. Così non si può andare avanti. Ci vuole più capacità, ma prima ancora più disponibilità, di ascolto da parte del governo regionale e del presidente Musumeci. Potrebbe esserci la tentazione di considerare il parlamento regionale un inutile fastidio. Ma vigono le regole della democrazia”. Sempre su ‘La Sicilia’, Micciché esterna il sospetto che Musumeci sia stanco, e il bis a Palazzo d’Orleans sempre più lontano: “Sta facendo capire in tutte le maniere che non lo vuole fare più”.
Ma anche all’interno di Forza Italia Micciché ha le sue grane. Una su tutte, Armao. “Sa perché il gruppo non l’accetta? Perché non ha mai fatto il deputato. In tanti si sono fatti il mazzo alle elezioni, in tanti vorrebbero fare l’assessore, in tanti si reputano migliori. Quanto meno, se hai un ruolo senza esserti mai candidato, devi metterlo a disposizione degli altri. Se guardo i dati, non vedo che guadagno abbiamo avuto ad avere Armao assessore, che è arrivato lì gratis, senza cercarsi un voto”. C’è riuscito a grazie a solidi appoggi romani, avendo fatto breccia nel cuore di Tajani e della Ronzulli, i ‘falchi’ di Berlusconi. Un traccheggio di palazzo e nulla più.