Lo aveva detto a Buttanissima non più tardi di venti giorni fa: “Il mio voto in Consiglio di Presidenza non lo delego a nessuno”. Tanto meni ai grillini, che in questa prima parte di legislatura lo hanno indispettito parecchio. Giorgio Assenza, deputato regionale di Diventerà Bellissima, presidente del collegio dei Questori dell’Ars, ha mantenuto la parola. E durante il primo vertice sul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari, ha sbattuto le porte in faccia ai Cinque Stelle, che avevano tentato di tirarlo per la giacca.
Era stato Giancarlo Cancelleri, presentando la proposta anti-spreco, a dire che Assenza l’avrebbe votata per una sorta d’affinità con il governo romano, in cui Lega e M5S viaggiano a braccetto. Facendo intuire quanto Musumeci si stesse allineando a Salvini. Troppo facile. L’avvocato Assenza, che vanta il più grande studio legale di Comiso, la città di Bufalino, è abituato a valutare ogni questione con spirito maniacale. Non annuncia decisioni alla stampa, legge prima le carte: “Il Movimento 5 Stelle non ha mai fatto resistenza su cose di reale interesse. Poi arrivano i vitalizi, i titoloni sulla stampa, ed eccoli qui” ci aveva detto il deputato ibleo, al secondo mandato all’Assemblea Regionale. E ora aggiunge: “La proposta va approfondita e valutata anche da un punto di vista legale e costituzionale. Al momento, così per come è formulata, non la voterei”.
La fiducia di Cancelleri, evidentemente, era mal riposta. Il leader M5S ha più chance di fare breccia in Nello Dipasquale, altro deputato ibleo ed espressione del Partito Democratico, la cui “forma mentis” (lo aveva detto a Buttanissima e lo ha confermato ieri in Consiglio di Presidenza) lo fa propendere per il taglio ai vitalizi, nonostante la diffidenza del suo capogruppo Giuseppe Lupo, che rimanderebbe volentieri la questione. Prima di presentarsi al voto, verrà sentito il gruppo. Assenza, oltre a ribadire il suo “no” alla proposta di Cancelleri, ha individuato una strada alternativa per tagliare gli sprechi e l’ha anche resa pubblica (segno che è già avviata): “Abbiamo l’accordo definitivo sul ridimensionato della pianta organica dell’Ars. Passeremo da 258 a 218 posti in organico, con una riduzione dei costi del 20%”.
Nell’ultima tornata elettorale Assenza ha ottenuto 6.883 voti di preferenza nel collegio di Ragusa, risultando il primo degli eletti. E’ il braccio operativo di Nello Musumeci, fa parte del suo cerchio magico assieme a pochi intimi (Razza, Aricò, Savarino per citarne alcuni). Non di rado passano qualche momento di relax assieme, lontani dagli occhi indiscreti della politica. Per confrontarsi e studiare le prossime mosse. Da quando Musumeci è diventato governatore, gli impegni dell’uno e dell’altro sono aumentati. Non è cambiato nulla nel loro rapporto fiduciario. La militanza di Assenza, fra l’altro, si è inserita nel solco lasciato da Musumeci: quando l’amico lo ha richiamato nei ranghi, dopo l’esperienza tormentata nel Pdl e il “trasferimento” a Forza Italia nell’ultima fase della scorsa legislatura, Assenza non ha dubitato un attimo, indossando i panni gialli del leader.
Assenza è uno che non teme di dire cose impopolari. Di provocare ilarità e sberleffi (circola sul web un video del 2013 in cui si lamenta di un taglio ipotetico delle indennità, tirato fuori a ogni campagna elettorale dai suoi detrattori). Dice ciò che pensa, solo quando è il caso. E’ anche la schiettezza, la capacità di non farsi influenzare da mille fattori esterni, che, al contrario, lo rendono popolare nella sua città. Dove da qualche settimana ha fatto diventare sindaco una donna, Maria Rita Schembari, attorno alla quale tutto il centrodestra s’è cinto. Donna, manco a dirlo, di Diventerà Bellissima, il partito del presidente.