La polemica sull’articolo 8 della Finanziaria, a distanza di giorni, continua a tenere banco. Il Pd, che in aula aveva troncato la norma, impedendo che la Regione spendesse un milione e mezzo per attivare la convenzione con la BEI (Banca Europea degli Investimenti), aveva provocato la reazione di Armao. L’assessore all’Economia, riversando la propria arroganza sui social, parlò di “emendamento farisaico del Pd”. Oggi è Nello Dipasquale a rispondergli per le rime: “Lei è totalmente inadeguato al ruolo che ricopre – ha tuonato il deputato del Pd a Sala d’Ercole – Ha trascinato la Finanziaria su Facebook, trasformandola in bagarre”. L’intera questione, domenica scorsa, era stata approfondita da Buttanissima.
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Dopo quel nostro articolo al vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, sono saltati i nervi: ha minacciato la solita querela e ha tirato fuori il solito repertorio di insulti e di insinuazioni. Ma noi abbiamo solo esercitato il nostro diritto di cronaca. E la cronaca dice che la maggioranza dell’Assemblea regionale ha ritenuto poco ortodossa (eufemismo) la sua proposta di impegnare un milione e mezzo di euro in tre anni per fiancheggiare l’accordo con la Banca europea degli investimenti. Al punto che i deputati di destra e di sinistra l’hanno bocciata. Inesorabilmente. Con commenti che avrebbero fatto arrossire chiunque. Ma Armao, si sa, non arrossisce mai. Preferisce le strade oblique e opache: la minaccia, l’insinuazione, l’avvertimento, l’intimidazione. I bulli sono fatti così.
Per intimidirci – è il suo stile – l’assessore ha ricordato che il direttore di questo giornale è stato “amico dei Salvo e di Montante”. Credeva di metterci il sasso in bocca, secondo una vecchia cultura molto consolidata in Sicilia. E il direttore – molto divertito, bisogna dirlo – gli ha spedito questo messaggio: “Gentile Armao. Quarant’anni fa avrò pure conosciuto i Salvo e avrò pure frequentato – come lei, come tutti – Antonello Montante. Ma per fortuna non ho conosciuto Ezio Bigotti, l’avventuriero piemontese di cui lei è stato amico e consulente e che, con un censimento fasullo, è riuscito a totalizzare un malloppo di quasi cento milioni di euro, transitati non si sa come dalla Regione a un paradiso fiscale. Non ho neppure subìto un pignoramento dello stipendio da parte di mia moglie. Bastano questi due elementi per restituirmi l’onore che lei crede perduto?”. Il molto onorevole Armao non ha risposto. Ha preferito fuggire. Più che un bullo, un vigliacchetto. (g.s.)