Nicola Morra e Andrea Scanzi finiscono nella trappola dei “moralizzatori moralizzati”. Il primo, presidente della commissione parlamentare Antimafia, a causa del blitz effettuato sabato pomeriggio all’Asp di Cosenza. Durante la visita, il parlamentare avrebbe lamentato l’impossibilità di prenotare telefonicamente il vaccino per i suoceri ottuagenari e lamentato l’inefficienza nella campagna vaccinale. Un incontro dai toni accesi durante il quale, secondo quanto riferito da alcuni dei presenti, gli uomini della scorta di Morra hanno anche identificato alcuni dei dipendenti dell’Asp. Mentre il grillino – che è stato espulso dal gruppo parlamentare dei Cinque Stelle per non aver votato la fiducia a Draghi – avrebbe appellato i funzionari come “incapaci”. Il capo della task Force, Mario Marino, ha accusato un malore.

“L’ispezione eseguita sabato è una prerogativa di un parlamentare – si è difeso Morra – e penso sia dovere di qualunque rappresentante delle Istituzioni provvedere affinché il diritto alla salute venga rispettato anche in Calabria, anche in provincia di Cosenza. Questa ispezione è avvenuta a seguito di segnalazioni di cittadini che mi chiedevano d’intervenire vista la scarsità di vaccini ricevuti. Non vedo nulla di strano se il Presidente dell’antimafia, parlamentare eletto in Calabria, si interessa ed interviene”. Meloni e Salvini, però, hanno chiesto dimissioni immediate “da tutto”.

Nella rete è finito pure il giornalista Andrea Scanzi, che qualche giorno fa, superato il blocco imposto dall’Aifa, s’è fatto vaccinare con AstraZeneca. L’episodio, raccontato sui social, ha provocato un polverone. Scanzi, 46enne che gode di buona salute, era iscritto alla lista dei “panchinari”, una lista compilata (manualmente) dall’Asp di Arezzo, che ha confermato la circostanza. Si tratta di “un elenco delle persone che l’Azienda sanitaria, in caso di disdette degli aventi diritto, contatta per inoculare le dosi rimaste inutilizzate alla fine delle giornate ed evitare così che vengano gettate via”. Scanzi ha inoltre spiegato che i suoi genitori, considerati “soggetti fragili”, non hanno ancora ricevuto il vaccino perché in attesa delle dosi Pfizer e Moderna. “Se avessi voluto fare il furbo avrei fatto il vaccino due mesi fa – ha argomentato il giornalista sui social -, in un ambulatorio più appartato. Una cosa che anche solo a pensarla mi repelle. E soprattutto non ne avrei dato notizia io stesso nella mia pagina, davanti a più di 2 milioni di persone. Come si fa a definirmi “furbetto del vaccino” se sono stato io, con orgoglio e dopo aver rispettato le regole, a dare la notizia del mio vaccino? Vi rendete conto che è tutto capovolto in questa vicenda?”.

Il suo intervento non è servito a smorzare la polemica. Selvaggia Lucarelli, infatti, ha rincarato le dose: “Per me Scanzi si può vaccinare, può andare da Chenot, può entrare in liste verbali accessibili solo a conoscenti/amici/amici di amici (grave errore della Asl Toscana, che poi ha cercato di rimediare in tutta fretta il giorno dopo) ma su due cose non transigo: non ci si auto-definisce caregiver, per sostenere che si aveva il diritto a vaccinarsi. Bastava dire: avanzava un vaccino, ne ho approfittato e grazie a chi me lo ha permesso. Perché i caregiver non sono figli premurosi come sicuramente sarà Andrea, ma persone che dedicano la loro vita all’assistenza e alla cura di persone con gravi disabilità e patologie. La differenza è importante, e non si deve fare confusione”.