L’ultimo episodio della saga (per ora) è stato accolto da critiche feroci sui social: ma può, uno come Montalbano, mollare la sua Livia al telefono, proprio l’8 marzo? Per di più con una “pischella” appena conosciuta, l’affascinante Greta Scarano, capo della Polizia Scientifica? Ebbene sì: l’Italia si è talmente immedesimata nelle prodezze del commissario da non perdonargli l’ultimo scivolone. Eppure la sua vita è stata ricca di defaillance al femminile. La distanza con Livia, stavolta, non è più motore per stare insieme, per ricercare la passione. Diventa assenza e silenzio, come nel corso dell’ultima telefonata vuota. Montalbano resta impigliato nella rete del tradimento.

L’ultimo episodio del commissario, “Il metodo Catalanotti”, è forse il più anomalo della serie. Caratterizzato da un’altra prestazione alla regia di Luca Zingaretti (dopo la scomparsa prematura di Alberto Sironi): i tempi e il ritmo non sono più quelli di un tempo, idem per la sceneggiatura. Ma la fiction, dopo vent’anni, conserva quel magico carattere di eccezionalità – oltre alla malinconia dell’addio – e gli ascolti non ne risentono: 9 milioni di spettatori con oltre il 38% di share per l’appuntamento su Rai 1. Distante dal record de ‘La giostra degli scambi’, nel 2018, che aveva fatto impennare l’Auditel con oltre 11,3 milioni di telespettatori (e il 45%).

Adesso la domanda riguarda il futuro. Può Montalbano rinunciare a se stesso? Può un personaggio così popolare abbandonare la scena con un tradimento? Durante la conferenza stampa di presentazione dell’ultimo episodio, sia Carlo Degli Esposti, il produttore, che lo stesso Zingaretti, avevano aperto alla possibilità di concludere la serie con ‘Riccardino’, l’ultimo romanzo di Camilleri, pubblicato da Sellerio dopo la sua morte. Ma se ne riparlerà a mente lucida, finita la pandemia.