Scintille sul fronte democratico. Nuova vita a Repubblica. Dove il trattamento riservato dall’editorialista Concita De Gregorio a Nicola Zingaretti, non è affatto piaciuto al segretario del Pd. La De Gregorio, analizzando “i quattro minuti del discorsetto” di Zinga al Quirinale, in occasione delle consultazioni col Capo dello Stato, si è lasciato andare a una riflessione amara: “L’Italia ebbe Berlinguer, oggi ha Zingaretti. Sono i tempi che fanno i leader”. E ancora, parlando del segretario, l’ha definito un “ologramma, che sorride e svanisce”. “Gentilissimo, va detto – è l’attacco del pezzo dell’ex direttore dell’Unità -. Leale, tanto una brava persona. E però ogni volta che inciampa esita traccheggia, tira fuori dalla tasca un foglietto da leggere, non trova l’uscita e qualcuno deve prenderlo per il gomito – per di qui, segretario – Nicola Zingaretti lascia dietro di sé l’eco malinconica di un vuoto”.

Parole che non sono piaciute a ciò che rimane dei salotti “rossi”, dove ieri si è discusso a tal punto da provocare una reazione. Giunta, in modo pacato ma decisa, su Facebook da parte del leader: “Ho letto su Repubblica una pagina di Concita De Gregorio, purtroppo ho visto solo l’eterno ritorno di una sinistra elitaria e radical chic che vuole sempre dare lezioni a tutti ma a noi ha lasciato macerie sulle quali stiamo ricostruendo”. E ha aggiunto: “Chi fa un comizio in diretta dopo le consultazioni al Quirinale è un esempio (il riferimento è a Renzi, ndr), chi rispetta quel luogo una nullità. La prossima volta mi porto una chitarra. Che degrado. Ma ce la faremo anche questa volta”.

Il passaggio sulla sinistra radical chic ha avuto l’eco sperato per alimentare, quanto meno, una discussione sul presente e il futuro della sinistra: “Radical chic, nella muffita terminologia del dibattito politico, è una definizione che qualifica chi la usa – ha ribadito Concita -. Molto spesso le destre, quasi sempre all’indirizzo di persone di sesso femminile per depotenziarne la parola. È una formula usata in senso dispregiativo per indicare chi si dice di sinistra ma ha redditi superiori alla media. Nemmeno questo è il mio caso». La De Gregorio, come riportato nell’articolo odierno di Emanuele Lauria, contesta l’idea che lei abbia voluto indicare Renzi come un esempio (“Zingaretti non ha letto bene il mio articolo o non l’ha capito”) e sottolinea: “Faccio fatica a credere che il segretario del Pd abbia scritto parole in cui mostra di non percepire la differenza fra chi fa politica e chi giornalismo. È semplice. Chi fa politica governa, chi fa giornalismo racconta l’azione di chi governa. Non avendo governato niente quali macerie avrei potuto lasciare?”.