Un tempo c’erano le correnti. Il nome forse indicava che sì, facevano vento, ma mai una tempesta che distruggesse tutto. C’erano nella DC, la ‘balena bianca’ ed erano guidate e composte da uomini che, da soli, oggi varrebbero un paio di partiti. C’erano anche nel PCI, ma loro avevano un debole per la scissione, piuttosto che per il dissenso interno. Successe più volte, fina dalla fondazione. Oggi, siamo arrivati allo spettacolo di un partito che ‘stiamo lavorando’ per costruirne un altro, diverso da sé, ma genuflesso. Un partito di centro addomesticato. Il sogno di Togliatti per la sinistra DC. Questa volta, i panni del Migliore li veste Bettini, nuovo ideologo di un partito il cui segretario è campione di silenzi. Un’area di centro, liberale ed europeista, ma che non si sogni di poter crescere e divenire antagonista al genitore. Insomma, che serva per questi due anni e si dissolva prima delle elezioni. Che grande idea! Peccato che quell’area è, purtroppo, più che presidiata da una moltitudine di partiti, movimenti, in genere spiccatamente legati a un nome – da Berlusconi a Renzi, passando per Toti, Calenda e Bonino – o residui di un glorioso passato che non torna.
Ridateci le correnti, meglio di queste presunte tempeste senza un vento che porti la barca da qualche parte.
(Paolo Inglese è docente ordinario alla Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’università di Palermo, oltre che responsabile del Sistema museale dell’ateneo)