Che fine hanno fatto i Covid Hotel, sponsorizzati dalla Regione “contenere” la portata del virus? In realtà esistono, ma sono vuoti. Come riportato da un reportage del quotidiano “La Sicilia”, infatti, molte strutture alberghiere riconvertite all’uopo non hanno ospiti: è il caso di Noto, Piazza Armerina, Sant’Agata di Militello. Ma anche a Palermo e Catania, dove sorgono rispettivamente 250 e 100 posti, ne sono occupati meno della metà. Nei Covid Hotel finiscono (o meglio: dovrebbero finire), due categorie di persone: i “positivi” che non possono permettersi di trascorrere in casa il periodo di quarantena, perché i locali non sono adeguati; e i “positivi” ma clinicamente guariti, cioè coloro che non manifestano più sintomi, che magari sono stati dimessi dagli ospedali, e attendono l’esito del tampone “liberatorio”.
I Covid Hotel, insomma, sarebbero uno strumento utile per spezzare sul nascere le eventuali catene di contagio, ma di cui in pochissimi usufruiscono. L’unica pre-condizione per accedervi, infatti, è richiederlo. Manifestare l’intenzione di allontanarsi da casa per qualche giorno per evitare di trasmettere il virus ai conviventi. Quasi nessuno, però, ricorre a quest’ultima precauzione. Molti preferiscono rimanere in casa, sfruttando anche l’assenza (quasi) totale di controlli da parte delle Asp. Potenzialmente, può rivelarsi una scelta dannosa. Ma Gaetano Mancuso, direttore sanitario dell’Asp di Agrigento, fornisce anche altre versioni: “Chi non necessita di ricovero ma deve rimanere in isolamento, preferisce farlo presso il proprio domicilio o, in presenza di ambienti inadatti, in una seconda casa, al mare o in campagna. Nel nostro territorio abbiamo riscontrato ultimamente la positività di interi cluster familiari asintomatici, motivo per cui restano tutti a casa e non li mandiamo nei Covid hotel”.
Anche sul fronte dei pagamenti, di recente, è nata qualche complicazione. Se prima le Asp affittavano l’intero stabile alberghiero, “ricompensando” i proprietari per intero, oggi formula delle proposte per un numero ristretto di camere, pagando meno: ma spesso gli albergatori non accettano dal momento che anche le stanze libere non potrebbero essere vendute a scopo turistico. Un motivo in più per indurre i positivi a restarsene in casa. Con tutti i rischi del caso.