Alta tensione con Pfizer. Oggi saranno consegnate all’Italia 165 mila dosi di vaccino in meno di quelle previste. L’azienda, che nelle ultime ore ha subito la pressione del ministro Speranza, per il tramite della commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides, ha assicurato che si tratterà dell’ultima volta che accade: già da lunedì 25 dovrebbe tornare la consegna delle 470 mila dosi previste. Ed entro metà febbraio si dovrebbero recuperare anche le 165 mila perse. Di cui una buona parte sarebbero spettate alla Sicilia, che ha visto ridurre il proprio contingente del 23%.
L’effetto domino di questa riduzione è, ovviamente, il rallentamento della campagna vaccinale, che nell’Isola fin qui ha visto la somministrazione di circa il 75% delle dosi a disposizione (94.716 alle 23 di domenica). Nella conferenza stampa convocata sabato mattina al PalaRegione di Catania, l’assessore alla Salute Ruggero Razza aveva annunciato la sospensione della campagna vaccinale in alcune province, cioè in quelle che non avevano in magazzino un rifornimento tale da poter assicurare i primi richiami. Che sono cominciati ieri a Palermo, dove il 27 dicembre si era svolto anche il Vax-Day. I vaccini di Pfizer-Biontech, infatti, prevedono che la seconda dose – quella utile a ottenere la totale immunizzazione dal virus – sia inoculata a partire dal ventunesimo giorno successivo alla prima. Una prerogativa a cui non si può rinunciare.
Ad altre regioni come l’Abruzzo o la Val d’Aosta, che sono partite in ritardo, non è stato ritagliato nulla dello stock previsto dal commissario Arcuri, proprio allo scopo di agevolarne la “rimonta”: “Ci sono state regioni – ha spiegato lo stesso Razza al Giornale di Sicilia – che per recuperare i ritardi e mostrare di aver raggiunto un ritmo di vaccinazioni notevole non hanno rispettato l’invito ad accantonare scorte. Noi siamo stati più prudenti e ora dobbiamo contribuire ad assicurare che anche altrove non venga interrotto il ciclo per chi attende la seconda iniezione”. Rallentare la campagna, in Sicilia, vuol dire somministrare da mille a duemila vaccini al giorno per tutta questa settimana, mentre prima si raggiungeva la frequenza di 7-10 mila dosi al giorno. Ma si confida che da lunedì prossimo tutto possa tornare alla normalità. In attesa che l’agenzia per il farmaco dia il via libera ad Astrazeneca, da cui sono attesi i rifornimenti maggiori per il nostro Paese.