Sono 1.867 i nuovi positivi al Covid in Sicilia su 10.737 tamponi eseguiti, con un tasso di positività sempre molto alto, il 17,3%. Le vittime sono state 36 nelle ultime 24 ore (2.877 dall’inizio della pandemia). I positivi sono 44.865 con un aumento di 188 casi. Negli ospedali i ricoveri sono 1.602, 23 in più rispetto a ieri, dei quali 205 in terapia intensiva (-3). I guariti sono 1.643. La distribuzione nelle province vede Catania con 581, Palermo 479, Messina 222, Trapani 163, Ragusa 25, Siracusa 188, Caltanissetta 98, Agrigento 84, Enna 27. Secondo le ultime rilevazioni dell’Iss, domani l’indice Rt sarà superiore alla soglia della “zona rossa”, fissata a 1,25. Per questo da sabato l’Isola potrebbe cambiare colore e veder aumentare le restrizioni.
In tal senso, è giunta pure la richiesta del presidente della Regione, Nello Musumeci: “Alla luce dell’aumento dei contagi, che è ulteriormente progredito rispetto alla scorsa settimana, abbiamo sottoposto al governo centrale la proposta di dichiarare per due settimane la “zona rossa” in Sicilia – ha spiegato in un video il governatore -. L’istanza sarà valutata nella cabina di regia convocata per domani a Roma e, ove la nostra richiesta non dovesse essere accolta, prudenzialmente domani stesso procederò con mia ordinanza ad applicare le limitazioni previste per le “zone rosse” in tutte le aree regionali a maggiore incidenza di contagio, come peraltro richiesto da numerosi sindaci. Dobbiamo evitare che rimandare misure inevitabili ci costringa a restare chiusi quando il resto d’Italia riaprirà. Confidiamo nei ristori più volte sollecitati assieme ad altri presidenti di Regione al governo centrale e, soprattutto, nel comportamento rispettoso da parte dei cittadini. Una minoranza non deve condizionare la vita sociale ed economica della nostra comunità”.
Trentuno detenuti sono risultati positivi al carcere Pagliarelli di Palermo. E’ quanto ha scoperto la direzione del carcere quando ieri uno dei carcerati ha accusato sintomi febbrili. Pare che il focolaio sia partito tra i detenuti comuni che hanno continuato ad avere i colloqui con le famiglie. Nonostante le raccomandazioni e gli inviti a mantenere le distanze, qualcuno si sarebbe avvicinato alla moglie e ai figli e da qui il passaggio del virus che ha contagiato diversi reclusi.
Dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, arriva un nuovo appello: “L’inasprimento delle misure per evitare il diffondersi del contagio, da parte degli organi competenti in base a valutazioni sanitarie, non può che essere la risposta al comportamento incosciente di troppi cittadini e cittadine. È un invito a rispettare rigorosamente quanto prescritto per evitare che ci sia il moltiplicarsi di morti, una vera e propria strage. Certamente il governo nazionale deve pensare anche a ristori adeguati nei confronti delle attività economiche, ma il diritto alla salute e il diritto alla sopravvivenza economica non possono essere, in un Paese civile, essere posti in alternativa ed in contrasto”.
Vaccini, tutti saltano la fila. E gli anziani restano in fondo
A ridimensionare la portata dello “scandalo” di Scicli è il manager dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò. “Cosa avrebbero dovuto fare? Buttare il vaccino?”. E’ la stessa reazione dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza, che ha dovuto fugare i dubbi delle opposizioni a palazzo dei Normanni: “Ci sono un centinaio di vaccinati fuori target”, ha ammesso. A Scicli, nel giorno dell’Epifania, dodici persone, in mancanza di personale sanitario, hanno ricevuto la dose senza averne diritto. Col metodo del “passaparola”. Ma un altro caso si è presentato a Ragusa. “All’inizio ci può stare un po’ di confusione, ma non c’è malafede”. Qualche giorno fa è stato vaccinato un sacerdote di Modica, ma in quel caso “erano state diluite diverse fiale contemporaneamente. Quell’esperienza è servita: adesso se ne diluisce una alla volta. Stiamo molto più attenti. Sarebbe un peccato sprecare un farmaco così prezioso”, conclude Aliquò.
Dove la Sicilia procede con la lentezza è la campagna vaccinale nelle Rsa. Dai dati scorporati che lo stesso Razza, martedì, ha fornito in commissione Salute, si evince che sono stati immunizzati soltanto 1.695 anziani, con un rapporto di 1 a 10 rispetto alle previsioni iniziali. E oltre 10 mila operatori non sanitari: “Il principio della vaccinazione – chiarisce Razza – è rendere il sistema Covid-free. Questa fase del piano prevede che il farmaco sia somministrato a tutti quelli che lavorano in ospedale, incluso il personale delle pulizie, gli amministrativi o i cuochi. Dentro un ospedale il virus può portarlo chiunque, esattamente come negli studi dei medici di famiglia possono portarlo i loro collaboratori, che incontrano i clienti e dunque vanno immunizzati”.
Razza ha spiegato che il piano regionale non cambia e prevede di vaccinare quattro milioni di siciliani entro agosto. Si punta, soprattutto, sulle scorte di Astrazeneca e Johnson&Johnson (il primo ha richiesto proprio ieri l’autorizzazione all’agenzia del farmaco), che prevedono la somministrazione di una sola dose, senza richiamo. A regime si potrebbero raggiungere i 35 mila vaccini al giorno. Nel frattempo bisognerà fare uno sforzo, evitare il più possibile i salta-fila e accontentare le categorie rimaste fuori dal primo turno: “L’assessorato regionale alla Salute e il commissario straordinario per l’emergenza Covid, estendano le vaccinazioni agli operatori sanitari che assistono i pazienti fragili fuori dagli ospedali. Per loro il rischio contagio è altissimo”, sostiene il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Palermo, Nino Amato. Sul tema il governo della Regione è sensibile. Tanto che la dirigente Di Liberti, direttrice dell’osservatorio epidemiologico, nella circolare ai vertici sanitari, detta “l’elenco delle categorie, con ordine di priorità, alle quali dovrà essere offerto il vaccino”.
Ne riferisce il quotidiano La Sicilia: 1) personale delle aziende sanitarie (incluso quello convenzionato interno e non dipendente, informatori scientifici, personale delle ditte di pulizia, cucina, manutenzione, antincendio e altri servizi esternalizzati); 2) operatori assunti per la gestione dell’emergenza Covid; 3) medici dell’emergenza territoriale, operatori del 118 e associazioni convenzionate; 4) Rsa e residenze per anziani, ospiti e personale; 5) medici di continuità assistenziale in convenzione con la Regione; 6) laboratori privati di analisi autorizzati ai tamponi molecolari; 7) medici di medicina generale e pediatri di libera scelta; 8) operatori della sanità privata; 9) medici iscritti al corso di Medicina generale; 10) medici specializzandi; 11) studenti iscritti a Medicina tirocinanti in strutture del servizio sanitario regionale; 12) personale medico specialista in convenzione esterna col Ssr; 13) odontoiatri; 14) collaboratori di medici di famiglia, pediatri e odontoiatri; 15) altro personale sanitario e socio-sanitario «non ricompreso nelle categorie sopra riportate»; 16) farmacisti. Viene raccomandato, inoltre, di conservare il 40% delle dosi per il richiamo, che scatta dal ventunesimo giorno dalla prima inoculazione. A costo di rallentare la conclusione della fase-uno (rivolta a 141 mila persone).
Lupo: il governo si prepari alle vaccinazioni di massa
“Cosa stanno facendo Musumeci e Razza per preparare la Sicilia alla fase-due della vaccinazione Covid?”. Lo dice Giuseppe Lupo, capogruppo del PD all’Ars. “La Regione – prosegue Lupo – deve predisporre per tempo, insieme con l’Ordine dei medici ed in particolare con i medici di Medicina generale, un piano per la somministrazione rapida ed efficientemente organizzata dei vaccini in Sicilia in modo da rispettare le disposizioni sulle categorie e le fasce d’età, evitando di creare le condizioni affinché nessuno ‘salti la fila’”. La fase-uno attualmente in atto (gennaio – marzo 2021) interessa ospiti in lungodegenza, operatori sanitari e sociosanitari, over 80. La fase-due della vaccinazione (aprile-giugno 2021) interesserà il personale scolastico ad alta priorità, gli over 60 e persone con comorbilità grave o immunodeficienza.