Marco Zambuto e Toni Scilla sono i due nuovi componenti del governo Musumeci. La nomina è stata formalizzata oggi pomeriggio dal presidente della Regione, che ha accolto le dimissioni presentate dagli assessori Edy Bandiera e Bernardette Grasso. Lo rende noto Palazzo d’Orleans in una nota. Zambuto, avvocato e già sindaco di Agrigento per 7 anni, avrà la delega alla Funzione pubblica e alle Autonomie locali. Scilla, ex deputato regionale e presidente di Agripesca Sicilia, si occuperà di Agricoltura, sviluppo rurale e pesca. Entrambi appartengono a Forza Italia, come gli uscenti. “Voglio ringraziare – sottolinea il presidente Nello Musumeci – gli assessori Grasso e Bandiera per l’apporto dato al governo con passione e impegno in questi primi tre anni di mandato. Ai nuovi assessori l’augurio di buon lavoro”.
La giornata di Musumeci era cominciata con la nomina del suo nuovo portavoce: l’ex europarlamentare del Pd, Michele Giuffrida. Secondo voci di corridoio, il governatore non sarebbe rimasto insensibile di fronte alle polemiche seguite alla mancata nomina di una donna nell’esecutivo. Con l’addio di Grasso non ne rimarrà nessuna. Claudio Fava ha parlato di dimostrazione “virile” tipica del Ventennio, il deputato Figuccia s’è cacciato in una polemica sugli attributi da cui non riesce a venir fuori, la Cgil ha avviato una petizione per chiedere l’intervento di Mattarella (che ha già raccolto 6 mila firme). Così il presidente della Regione sarebbe andato alla ricerca di una sponda nell’Udc, ma la sostituzione di Pierobon, assessore all’Energia, con una “quota rosa” per il momento non trova conferme.
Sul tema è intervenuto anche Musumeci con una nota: “Sono un convinto assertore del valore che la donna rappresenta anche nella politica – ha detto il presidente della Regione -. E sono d’accordo con chi reputa il sistema delle “quote” una sorta di recinto che spesso penalizza il merito e, a volte, legittima l’ipocrisia. L’assenza di rappresentanza femminile nella Giunta di governo, a seguito della sostituzione dei due assessori (di cui una donna) richiesta da Forza Italia, è solo momentanea. Come è noto, ho chiesto alle forze politiche della coalizione di far sì che la parità di genere sia non solo predicata ma anche praticata. Mi attendo, quindi, già a breve atti e scelte conseguenziali. Ma il tema ripropone – inutile nasconderlo – l’insoluto problema della selezione della classe dirigente politica in Sicilia. Siamo ancora lontani dagli obiettivi per realizzare pienamente un sistema di pari opportunità, nel quale fermamente credo. Così come è altrettanto noto – ma a quanto pare è utile ricordarlo – che, quando alla Regione ho compiuto scelte di mia esclusiva competenza, ho sempre preferito la concretezza ed il valore aggiunto femminile: il segretario generale, il capo Gabinetto, il capo Segreteria particolare, il portavoce, il responsabile anticorruzione, i direttori generali strategici sono tutte donne, ma soprattutto competenti. Con la prossima legislatura regionale – ricorda il governatore – entra in vigore la riforma proposta e votata dall’attuale Assemblea, che renderà “rosa” almeno un terzo della Giunta. Ed è questa la vera scommessa che i Partiti in Sicilia debbono saper vincere, dimostrando, oltre la logica dei numeri, la volontà e la capacità di saper formare e selezionare una nuova classe dirigente, senza più penalizzazioni”.