Poche ore – fra ieri sera e stamattina – non sono bastate alla commissione Bilancio per sciogliere i nodi attorno all’esercizio provvisorio. Così, su mandato del governo, il testo del primo documento contabile della nuova sessione di Bilancio, utile a garantire la spesa in dodicesimi per i primi due mesi del 2021, slitta a gennaio. Lo ha annunciato il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, in apertura di seduta. In conferenza dei capigruppo si è deciso invece di votare una legge stralcio del Ddl 893/A, che riguarda tutti pagamenti e le proroghe relative ai lavoratori precari, con scadenza 31 dicembre: tra cui i dipendenti della Città Metropolitana di Catania (1 milione), del Libero Consorzio di Siracusa (1,5 milioni) e dell’ex Pumex di Messina (600 mila euro). Ma anche la prosecuzione dei cantieri di servizio a contrasto della povertà (con relativo finanziamento).
Approvato pure un articolo che consente le proroghe dei titoli edilizi in conseguenza dell’emergenza Covid: vuol dire che “tutti i permessi di costruire o titoli equivalenti, nonché le convenzioni di piani urbanistici attuativi, acquisiti prima e durante la condizione di emergenza da Covid-19, riacquistano validità sino ad un anno successivo alla data di cessazione della stessa emergenza, con automatico spostamento delle date di inizio e fine lavori e possibilità di effettuare varianti per adeguare i progetti ad eventuali nuove esigenze economiche e gestionali”. Approvato anche un emendamento che modifica l’articolo 54 della Legge Urbanistica, che determinava il blocco dei lavori infrastrutturali (cosiddetta norma Cancelleri). E’ saltata in extremis, invece, la norma sull’istituzione del collegio dei revisori dei conti della Regione (stralciata da Micciché).
Ma da Roma arrivano altre pessime notizie: il Consiglio dei Ministri, infatti, ha deciso di rinviare per la seconda volta in pochi giorni l’ipotesi di spalmatura del disavanzo in dieci anni, in ottemperanza all’articolo 7 del decreto legislativo n.158 del dicembre 2019. A renderlo noto sono i parlamentari regionali del M5s: “Non è certo un fulmine a ciel sereno, Musumeci ha sapientemente creato, con la sistematica inerzia del suo governo, le condizioni perché da Roma non potesse che arrivare un rinvio alla spalmatura del disavanzo della Regione in 10 anni. Il presidente ha avuto ben 12 mesi per presentare un piano concreto e razionale di riforme e di riduzione della spesa, come aveva chiesto il governo centrale, e non lo ha fatto. Se ne assuma adesso le conseguenze senza lamentarsi attribuendo a Roma colpe e inadempienze che sono esclusivamente sue e della sua giunta. Il peso dei ritardi del Governo Musumeci – dicono i deputati 5 stelle – rischia di ricadere sugli incolpevoli lavoratori e sugli enti locali, già troppo spesso penalizzati da un governo a dir poco inconcludente e più attento al risiko delle poltrone che ai veri problemi dei siciliani. Ora non c’è più tempo da perdere, Musumeci sottoponga a Roma e all’Ars un programma credibile di riforme e di delibere che riducano la spesa evitando inutili teatrini”. Restano in apnea anche le variazioni di bilancio, la cui copertura (per 92 milioni) doveva essere garantita dal provvedimento romano.
La fumata grigia ha scosso anche Musumeci, che in serata prova a rimediare con una nota: “La Regione Siciliana ha trasmesso alla presidenza del Consiglio dei ministri la proposta di accordo sulle riforme economiche che la nostra Isola attende da molti anni. Sono grato al presidente Conte e a tutto il governo per la disponibilità dimostrata stasera nell’esaminare la proposta nei prossimi giorni. Usciamo da un anno difficile e abbiamo colto da parte del Governo centrale una disponibilità ribadita dal ministro dell’Economia. Un passo avanti, non ancora l’ultimo. Ma va bene così”. “Confido nella volontà del governo centrale – ha aggiunto Musumeci – e siamo pronti, come sempre, a fare la nostra parte, perché di fronte al difficile anno della pandemia, quindi dell’emergenza sanitaria e della crisi economica, tra i diversi livelli di governo si impone il principio della leale collaborazione, quella che da parte del governo siciliano non è mai mancata”.