È veramente triste constatare le condizioni in cui versa Palermo: una città priva di speranza, ripiegata su se stessa, mortificata da chi dovrebbe curare le sue ferite, da chi dovrebbe coccolarla, esaltarne l’unicità e disegnarne un modello all’insegna della qualità della vita come giusto punto di equilibrio tra sviluppo e sostenibilità. È umiliante vedere la città abbandonata a se stessa, sovrastata dagli ignavi, fotografia dell’epilogo del sindaco più longevo di tutti i tempi che continua a suonare il piffero magico, seguito dai soli topi che scorazzano sui rifiuti della città.

È triste morire a Palermo senza la certezza della tumulazione cristiana, ed è ancora più triste viverci con la certezza che manchi tutto e che non funzioni niente. È triste osservare molti concittadini complici di Leoluca Orlando e della sua banda che cerca solo di perpetuare se stessa, con opportunismo e sciatteria, con un atteggiamento di indifferenza che allunga l’agonia della città. Se ne stanno seduti al bordo della nave, pronti ad abbandonarla un attimo prima che coli a picco. È triste vedere la danza inoperosa della politica ed il balletto dei politicanti, così come lo è il sapere che non hanno un vero progetto di rilancio che non sia quello di sostituire i commensali che oggi banchettano sul cadavere della nostra Palermo.

È triste l’assenza di giovani disposti a prenderne in mano le redini, ed è triste rincorrere le candidature da salotto pronte a tutte le evenienze. È triste ma non è questa la nostra città e non è definitivamente perduta se “ognuno di noi fa qualcosa”. Per parte mia sono già all’opera. Viva Palermo viva! (tratto da Facebook)