Il giorno del giudizio è arrivato. Nel bel mezzo della pandemia, che ha visto la Sicilia crollare sotto i fendenti della seconda ondata, oggi a palazzo dei Normanni si discute la mozione di censura nei confronti dell’assessore alla Sanità, Ruggero Razza. Il documento è stato presentato da Movimento 5 Stelle, Pd e Cento Passi. Razza esce provato dalle polemiche scatenate, negli ultimi giorni, dal capo dipartimento Pianificazione strategica, Mario La Rocca, sui posti letto in Rianimazione. Ma le accuse nei confronti dell’assessore trascendono il campo delle suggestioni (o delle pressioni indebite). Dall’antipasto di ieri in commissione Salute, secondo il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, “si conferma un quadro di grande approssimazione, di confusione, di un assessorato che naviga a vista. Purtroppo, le nostre denunce sono del tutto fondate. Partendo dal tracciamento: se non si interrompe la catena del contagio, scoppiano focolai ovunque. In Sicilia è accaduto”.
Le difficoltà nel tracciamento hanno spedito la Sicilia in “zona arancione”. Perché, secondo lei, il sistema è andato in tilt?
“Perché passano giorni da quando ci si ammala a quando si effettua il tampone. E altro tempo prima di conoscerne l’esito. In questo modo non si tutela la salute del singolo cittadino, né di tutte le persone che, nel frattempo, sono entrate a contatto con lui. Nel caso in cui il primo risultasse positivo, gli altri potrebbero aver trasmesso il virus a loro volta”.
Questi rallentamenti sono dovuti a una carenza di personale?
“Noi contestiamo a Razza di non aver saputo organizzare il sistema. Nella mozione in cui chiediamo la sua rimozione, infatti, lo accusiamo di non aver adeguatamente espletato le funzioni di indirizzo e coordinamento della programmazione sanitaria e dell’assistenza territoriale e ospedaliera. Le risorse a disposizione, talvolta esigue, sono state organizzate male. Tutto ciò a danno dell’intero sistema”.
Ci faccia un esempio di cattiva organizzazione.
“La terapia intensiva prevista originariamente in un ospedale, il giorno dopo veniva spostata. Ci sono degli esempi recentissimi: a Termini Imerese, secondo il piano presentato il 4 novembre, non era prevista una Rianimazione Covid, invece è stata attivata. Lo stesso vale per Cefalù: proprio ieri la direzione ha comunicato ai sindacati che verranno attivati dei posti-letto in Terapia intensiva. A mio avviso, sia a Termini che al “Giglio”, si creeranno seri problemi di promiscuità. Non ci sono percorsi ben definiti, né del tutto indipendenti”.
Avete contestato anche il numero dei tamponi effettuati
“Se ne fanno meno rispetto ad altre regioni d’Italia. Nella mozione di censura si cita il caso del 5 novembre, quando i tamponi in Sicilia erano meno di diecimila, mentre in Emilia-Romagna, con una popolazione inferiore rispetto alla nostra, erano più del doppio. Il virus bisogna cercarlo dove è più probabile che ci sia. Cioè nei contatti stretti dei “positivi””.
Lei, un paio di giorni fa in conferenza stampa, ha detto di temere che ci siano molti più positivi rispetto a quelli dichiarati. Perché?
“Ci sono tanti casi di test rapidi a cui, temo, non faccia seguito il tampone molecolare. Parlando coi medici di medicina generale – mi baso, ovviamente, su dati empirici – riscontro un delta molto largo fra ammalati e presunti tali, soprattutto nei paesi di provincia. Anche i sindaci sono in grande difficoltà perché spesso non sono informati tempestivamente del numero esatto di “positivi” all’interno del loro Comune. Questo rischia di avere conseguenze anche sullo smaltimento dei rifiuti. Quelli dei pazienti Covid sono rifiuti speciali per cui è previsto un sistema di raccolta particolare. In assenza di diagnosi tempestive, invece, sono trattati come tutti gli altri e diventano, purtroppo, fonte di contagio”.
Ma nelle ultime due settimane sono state attivate campagne di screening a tappeto in tutta la Sicilia. Un buon deterrente all’esplosione di altri focolai.
“Ben vengano, però anche questa è un’operazione tardiva”.
Per quali altre mancanze l’assessore Razza dovrebbe cospargersi il capo di cenere?
“Per il suo atteggiamento quasi negazionista nel voler negare che ci fosse un’emergenza sanitaria importante. Era diventata una scusa per fare in modo che l’assessorato non intervenisse in maniera adeguata”.
Si riferisce al giorno in cui la Sicilia fu dichiarata “zona arancione”?
“Esattamente. L’assessore sosteneva che lo era diventata a causa di una scelta punitiva da parte del governo Conte. Questa è un’affermazione falsa, perché i criteri adottati sono quelli del decreto ministeriale del 30 aprile 2020 che l’assessore conosce benissimo. E’ in base a 21 parametri che la Sicilia è stata classificata ad alto rischio”.
C’è mai stato collaborazione fra governo e opposizioni in questa seconda fase della pandemia?
“Assolutamente no. Noi abbiamo offerto la nostra collaborazione tutte le volte in cui il governo ha dato la propria disponibilità. Durante questa seconda ondata, però, è mancato persino un corretto dialogo istituzionale. Guardi cosa è accaduto con la commissione Salute: l’assessore Razza ha proibito che il comitato tecnico-scientifico riferisse di fronte ai commissari, perché riteneva fosse soggetto a un vincolo di riservatezza. C’è voluto un intervento del presidente dell’Ars per ottenere che il Cts potesse essere audito. Credo che la prima condizione per affrontare adeguatamente una pandemia, è l’obbligo di trasparenza nei confronti dei cittadini. Che passa, a sua volta, attraverso un comportamento corretto e trasparente nei confronti delle istituzioni, a partire dall’Assemblea regionale”.
Eppure qualcuno vi accusa di sciacallaggio. In riferimento alla mozione di censura nei confronti di Razza, Musumeci ha parlato di “stupida iniziativa politica”. Perché?
“Non avendo argomenti per difendersi, si rifugiano in queste offese. Noi preferiremmo confrontarci sui fatti. Gli sproloqui li lasciamo a loro. Il nostro unico obiettivo è tutelare la salute dei siciliani. Non siamo allarmisti, siamo e saremo collaborativi, ma mai complici”.
L’aula potrebbe convergere sulla mozione affidandosi a un voto secondo coscienza, o teme prevarranno i soliti schemi della politica? Numeri alla mano, Razza potrebbe uscirne addirittura rafforzato.
“Io mi auguro che, almeno durante il dibattito, ci sia una presa di coscienza da parte dei colleghi. A noi non interessa opporci a Razza. Il governo è talmente scarso che l’opposizione se la fa da sola. Il nostro obiettivo è fare luce sui buchi dell’organizzazione sanitaria. Pur essendo un’opposizione costruttiva e propositiva, abbiamo il dovere di fare la nostra parte ed esercitare un ruolo di controllo e di denuncia, richiamando il governo alle proprie responsabilità”.
Nell’audio del dirigente La Rocca lei intravede uno sprone o, al contrario, una pressione indebita sui manager affinché carichino sul sistema informatico dei posti-letto inesistenti?
“Il Ministero della Salute ha inviato degli ispettori, aspettiamo che completino il loro lavoro. Posso dirle, però, che il linguaggio utilizzato è assolutamente disdicevole. Mi sorprende che si possa pensare di amministrare la sanità siciliana in questo modo”.
E le accuse, in secondo luogo, rivolte ai medici truffaldini e ai manager incapaci?
“Mi auguro che l’ingegnere La Rocca abbia una spiegazione. Se qualcosa non avesse funzionato, l’assessorato – e con questo non intendo solo La Rocca, ma anche l’assessore – aveva il dovere di intervenire. Non credo si possa risolvere un problema di tale gravità con un messaggio vocale su Whatsapp. E’ un modo strano di concepire la pubblica amministrazione”.