È il nostro destino. Il destino di noi italiani, attaccarci alle minchiate nei momenti di emergenza, di panico, di allarme rosso.
Il governo sta mettendo a punto il piano per salvare il cenone di Natale. La gente muore, perde il posto di lavoro, le aziende chiudono e loro pensano a salvare il cenone di Natale. Questo non è il momento di essere buoni, è, al contrario, il momento della concretezza, della determinazione, delle scelte impopolari, della bava alla bocca, di un certo tipo di cattiveria, quella che ti fa vincere le partite anche se gli altri sono più forti.
È il tempo di fottersene dei regali di Natale, degli addobbi, altro che cenone di Natale, ma chi se ne fotte poi del cenone di Natale? Se c’è da uscire da questa situazione chiudetemi il bar, piuttosto. Ma siamo questi, siamo tasci, e il bello è che quando ci dicono italiani pizza e mandolino ci incazziamo pure; ma siamo questi, siamo anacronistici, il paese dell’ammore, della pizza e del mandolino (e da oggi anche del cenone di Natale mentre attorno crolla tutto).