“La classificazione della Sicilia in ‘zona arancione’, è un passaggio su cui c’è bisogno di chiarimenti e di capire bene su quali criteri adottati essa si fonda. Per questo, interrogheremo innanzitutto la presidenza del Consiglio e il ministro della Salute e chiederemo ogni utile informazione dal Comitato Tecnico Scientifico, per capirne il perché”. Lo scrivono in una nota il segretario regionale della Lega, sen. Stefano Candiani, e il deputato nazionale Nino Minardo, sempre del Carroccio.
“I danni economici che produrrà questa decisione, sono assolutamente incalcolabili e devastanti per settori già in ginocchio dopo il lockdown di primavera e che stavano tentando, faticosamente, di rialzarsi. Adesso subiscono dal governo Conte, questo pugno alla bocca dello stomaco delle loro attività, senza un minimo di garanzia per oggi e tanto meno del domani. Bar, ristoranti, cinema, palestre ma anche il mondo della cultura con i teatri e tutto quanto ruota attorno ed è indotto ad ognuna di queste attività, deflagra di fronte a questa scelta devastante adottata ieri dal governo del Paese. Appare inutile per la nostra Sicilia, inoltre, assistere a chi piange sul latte versato. Perché – continuano ni due esponenti della Lega – se è vero che la classificazione delle regioni nelle tre zone individuate, si basa su parametri che includono, e in ruolo prioritario, la capacità del sistema sanitario regionale di assorbire e controllare l’incremento dei contagi ed il conseguente aumento dei ricoveri, bisognava pensarci per quel tempo che non difettava subito dopo il lockdown di marzo e aprile e programmare e pianificare la dotazione di posti letto e la creazione di strutture straordinarie, per bene, in vista di una seconda ondata che non è mai stata solo presumibile ma da mesi ritenuta certa. Ed è inutile oggi puntare il dito. Piuttosto, sarebbe stato meglio in ogni sede -compresa quella del confronto di ieri prima che venisse ufficializzata la classificazione delle aree- far valere le nostre ragioni, semmai ce ne siano. Adesso la priorità deve essere dare conforto e concreto aiuto alle imprese siciliane che subiranno il danno provocato da questo lockdown camuffato, che di light, per loro, ha solo un’aggettivazione che sa di beffa”.