Tutti hanno un punto di rottura. Quello della Terapia intensiva della rete ospedaliera siciliana potrebbe concretizzarsi a 175 posti letto (su 600 complessivi). Ossia il 30% del totale. Superata quella soglia, saranno guai. E’ il concetto ribadito un paio di giorni fa, durante l’audizione in commissione Salute, all’Ars, dal comitato tecnico-scientifico della Regione. E ripreso oggi, su ‘Repubblica’, da Antonello Giarratano, uno dei componenti del Cts: “Il sistema sanitario andrebbe in crisi perché non potrebbe garantire piena assistenza anche ai pazienti non Covid”.
Al momento in Sicilia sono occupati 111 posti letto di Terapia intensiva per malati Covid. I 175 sono a un tiro di schioppo, facilmente raggiungibili – a questi ritmi (ieri il saldo diceva +8) – entro una settimana. Ma numerose province sono già andate in tilt. Ragusa, ad esempio, dove i cinque posti-letto dell’ospedale Maria Paternò Arezzo non bastavano più. Così il direttore generale Angelo Aliquò, assieme ai propri collaboratori, ha stravolto tutto, destinando a Covid Hospital (con 8 posti di Rianimazione e 25 di Terapia sub-intensiva) il nuovo ospedale Giovanni Paolo II, che nelle prossime ore entrerà a regime. Questo comporta una sospensione quasi totale delle attività chirurgiche di base. Al momento sono salve quelle d’urgenze. Ma interi reparti chiudono e verranno trasferiti.
Lo scenario è cupo, anche se la Regione in queste ore sta lavorando a un nuovo piano che, nelle intenzioni dell’assessore Ruggero Razza, dovrebbe garantire fino a 251 posti letto per i malati Covid gravi, che necessitano di essere intubati, e altrettanti posti per la terapia sub-intensiva. Nel nuovo piano ci saranno due grandi hub ospedalieri – il “Cervello” di Palermo e il “San Marco” di Catania – meno ospedali misti e una dotazione di posti letto su base provinciale. Anche se il dipartimento sta incontrando non poche resistenze da parte di alcuni presìdi, come Acireale, che non hanno alcuna voglia di snaturarsi.
Ieri il Pd, capeggiato da Giuseppe Lupo, ha presentato un’interpellanza per saperne di più: “A che punto è la riorganizzazione delle terapie intensive e sub intensive indicata dal Decreto Assessoriale dello scorso 19 giugno, che prevedeva l’incremento dei posti letto di terapia sub-intensiva e intensiva? All’interno degli ospedali siciliani sono stati predisposti i percorsi differenziati di accoglienza tra pazienti Covid, pazienti sospetti Covid e pazienti non Covid? Il numero di posti letti di degenza ordinaria per i pazienti Covid è adeguato al tasso di crescita del contagio, che porta con sé l’inevitabile incremento del tasso di ospedalizzazione?”. Al momento non ci sono risposte. Regna la confusione. E si avverte la paura.