Il commercio di Via Roma e delle strade limitrofe muore, giorno dopo giorno. Un declino inesorabile che ha raggiunto cifre allarmanti: secondo un recente censimento, sono 138 le vetrine “spente” su entrambi i lati della strada che si sommano alle 41 degli istituti bancari che hanno chiuso. Se anche la Rinascente dovesse chiudere, come appare probabile, avremo un altro insostenibile colpo all’economia della zona, danneggiata peraltro dai cantieri ancora aperti in prossimità di via Emerico Amari che da troppo tempo condizionano negativamente l’accesso a questa area commerciale.

“Un cimitero commerciale a cielo aperto – dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo -. Un’espressione forte, lo so, ma è quella che meglio rappresenta una strada che per tanti anni ha rappresentato una bandiera del commercio cittadino e che adesso attraversa un progressivo e inesorabile processo di declino e di desertificazione”.

Confcommercio Palermo rilancia la battaglia per la soppressione degli articoli 5 e 6 del Piano Urbanistico Commerciale (Puc) regolato da una legge regionale del 1999 e ormai in palese contrasto con le successive direttive comunitarie e con la sopravvenuta normativa statale in materia di liberalizzazione delle attività economiche che risale al 2012. Gli articoli 5 e 6 sono quelli che pongono delle limitazioni all’apertura di medie strutture di vendita (e cioè con una superficie superiore a 200 metri quadrati). E’ una battaglia che Confcommercio Palermo porta avanti da anni. Nel 2016 la Giunta Comunale aveva adottato una delibera con la quale venivano recepite le richieste di variazione che però non sono mai diventate efficaci per la mancanza del parere del Consiglio Comunale.

“Accogliamo positivamente il via libera dell’amministrazione e del consiglio comunale sulla riduzione dei tributi locali – prosegue Patrizia Di Dio -, era una misura necessaria che avevamo chiesto fin dall’inizio del lockdown. Adesso ci auguriamo che si possano affrontare presto tutti gli altri temi che riguardano il sostegno alle aziende. Ora che la situazione politica si è normalizzata, dopo il dibattito sulla questione di fiducia che ha ricompattato la maggioranza, è urgente che l’argomento della modifica al regolamento venga messo rapidamente all’ordine del giorno. Sarebbe tra l’altro un provvedimento a costo zero per il Comune. Più tempo passa e più la situazione diventerà irreversibile. La norma, probabilmente, era stata pensata a suo tempo per “proteggere” i piccoli imprenditori ma i fatti dicono l’esatto contrario. La Rinascente è l’esempio degli effetti positivi su tutto il commercio della zona, polo attrattivo e non certo una minaccia per le piccole attività. I vincoli esistenti non creano i presupposti di rigenerazione delle zone già colpite da desertificazione, anzi acuiscono la crisi economica e inibiscono l’iniziativa imprenditoriale di chi, nonostante tutto, decide di fare impresa in città”.