Una nota al presidente Musumeci è stata inviata dall’on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democrarico, per sollecitare lo stop al meccanismo del cosiddetto “click day” per l’accesso al credito previsto dal “Bonus Sicilia”, un sistema che invece di aiutare le piccole imprese, rischia di avvantaggiare solo le più grosse. Di seguito il testo della nota:
“Presidente Musumeci, già lo scorso 15 settembre, in un intervento all’ARS, mi ero rivolto al Governo sollecitando la massima attenzione sul sistema di accesso al credito in merito ai fondi di Bonus Sicilia e, quindi, al meccanismo del cosiddetto “click day”, fissato per il 5 di ottobre di quest’anno. Torno a sollevare la questione, perché a mio avviso tutto il sistema appare troppo complicato sia per le imprese che per i professionisti della consulenza fiscale e della contabilità e, per questa ragione, andrebbe sospeso e rivisto o, almeno, prorogato fino a quando non sarà snellito, altrimenti a rimetterci saranno le piccole imprese, cioè quelle che ne hanno maggiore bisogno.
“Anche se l’intenzione di dare un minimo ristoro alle micro imprese, soprattutto agli artigiani e i commercianti, può essere degna di plauso, il metodo – spiega Dipasquale – che prevede da parte dei richiedenti il possesso della firma digitale e dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) favorirà le grosse imprese e il click day, nei fatti, non durerà che pochi secondi. A chi intendesse provare la sorte giorno 5 ottobre, non solo verrà richiesto di essere in possesso del sopracitato SPID, ragione per la quale in questi giorni le CamCom di Sicilia sono prese d’assalto, ma verrà chiesto di seguire una procedura di conferma dell’identità a più fattori, forse scaricando una app sul proprio smartphone e con quest’ultima effettuare la scansione di un codice dallo schermo del PC con il proprio telefono oppure dovrà ricevere un sms con un codice a tempo. Delegare tutta l’operazione al proprio commercialista sembra davvero impossibile. Solo dando la possibilità di delegare completamente ai professionisti che seguono le imprese tutta l’operazione si darebbero maggiori possibilità ai richiedenti”.
“Da un punto di vista amministrativo, poi, ci sono delle problematiche strutturali relative ai criteri di accesso al credito che vanno risolte – spiega Dipasquale -. Per esempio: un’impresa avviata negli ultimi mesi del 2018, danneggiata nel 2020 dall’emergenza Covid, vedrà fatta una media dei propri ricavi in dodicesimi, pur avendo avuto pochi mesi di attività. Inoltre, su Internet, va girando un’interpretazione della norma che prevede che nel caso il richiedente il bonus sia un’attività di ristorazione che ha aperto qualche giorno durante il lockdown violando le disposizioni per rientrare di qualche costo fisso, allora è automaticamente esclusa dalla possibilità di accedere al credito. Una violenza contro piccole imprese che senza questi aiuti potrebbero chiudere per sempre.C’è ancora tempo per raddrizzare il tiro e creare le condizioni per migliorare questo strumento di soccorso economico alle piccole imprese. Il buon senso suggerisce lo stop al sistema rivedendolo completamente altrimenti sarà un completo fallimento”.