La Luce diventa elemento comune, semplice, immediato; immerso nella storia o vibrante di contemporaneità, è il senso stesso del Sacro e della spiritualità. “Luce da Luce” è il nuovo progetto che prende vita al RISO – Museo d’arte Moderna e Contemporanea, con una tre-giorni, dal 25 al 27 settembre, fra dibattiti, tavole rotonde, concerti e teatro, sul tema del rapporto fra il sufismo e l’esicasmo, tra la Cristianità d’Oriente e la parte più profonda e mistica dell’Islam; e tre mostre visitabili fino al 29 novembre. L’iniziativa, a cura di Patrizia Spallino (Dipartimento Culture e Società – Università degli Studi di Palermo – Officina di Studi Medievali) e Floriana Sciumé (Officina di Studi Medievali), è organizzata da RISO su impulso dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali guidato da Alberto Samonà.
Un progetto che si declina su direttrici diverse che camminano parallele ma autonome, pur analizzando lo stesso rapporto da più angolazioni differenti, legate comunque all’esperienza estetica, ma anche ai linguaggi del contemporaneo. Sarà un dialogo diretto tra la luminosa non-luce, carica di valenze mnemoniche che diventano ombre, spettri, simboli forti in Christian Boltanski; e i campi elettrici di Shay Frisch con la loro carica energetica, le forme evocative e le declinazioni concettuali derivanti dal suo linguaggio archetipale. Se Boltanski amplifica – nella riflessione tramite le opere della collezione permanente di RISO -, il valore emblematico degli oggetti, Frisch piega l’iconografia traendone un nuovo significato. Nello spazio satellite del Museo, la normanna Cappella dell’Incoronata, anche la personale di Laura Panno, fotografa e scultrice, ha reso opere friabili gli sguardi e le prospettive. I suoi occhi/lacrime in vetro, elaborati nelle fornaci di Murano, sono potenti, algidi, imperiosi e segnano lo spazio della sala.
Appositamente pensata per la storica Cappella dell’Incoronata, la mostra di Laura Panno presenta opere ambientali nelle quali la luce svolge un ruolo fondamentale nella definizione delle qualità materiche e tesse le trame di connessioni umane che hanno al centro lo sguardo. Lungo la navata, l’installazione Inedito/Inedita presenta una serie di volti maschili e femminili, con occhi chiusi o aperti,
che si impongono alla vista dell’osservatore con una forza che sembra strapparli dall’ineluttabile
flusso della storia per proiettarli in una dimensione atemporale, eterna.
I volti ancestrali, fuori dal tempo, narrano di migrazioni perenni che hanno da sempre attraversato il Mediterraneo e la loro molteplicità conduce ad una unità d’insieme della visione nel loro cadenzarsi nell’ambiente espositivo. La materia è al centro degli interessi di Laura Panno sia quando affida alla fotografia il compito di farsi portavoce delle sue istanze, sia quando presenta un oggetto trovato, come la cornice in legno stuccato d’oro, sospesa in corrispondenza dell’abside, nell’opera Luce da luce; oppure come nell’installazione Occhi/lacrime disposta nella sala ipostila della Cappella, in linea con una ricerca che origina dalla scultura oggettuale dei secondi anni ottanta e guarda al nostro passato, rivisitando i linguaggi tradizionali in una personale interpretazione formale. Occhi vitrei, potenti, algidi che, nel misurato disporsi, segnano lo spazio della sala con la loro trasparenza e fluidità illuminata: una visione intima di sguardi, di forme piene e di forme aperte, cave, forme ancestrali, archetipe, all’origine della vita.
Le mostre si inaugureranno il 25 settembre. Vernissage – alle 18 alla Cappella dell’Incoronata, alle 19 al Museo RISO.