Ce n’è per tutti. Anche per monsignor Lorefice. Nello Musumeci ha trasformato il convegno di Diventerà Bellissima in un’arringa sui migranti. E dopo aver attaccato governo e Tar in maniera spregiudicata (“La sentenza del 17 settembre è già scritta”, in riferimento alla decisione che assumerà la Camera di Consiglio del Tribunale amministrativo), il presidente ha sollevato un altro polverone. Non l’ha mai nominato, ma al centro delle sue feroci critiche c’è pure l’arcivescovo di Palermo, che nei giorni scorsi s’era pronunciato a sfavore dell’ordinanza di sgombero dei centri d’accoglienza. “La sorte post-sbarco di questa gente disperata – ha detto Musumeci – non importa neanche a qualche rappresentante della Chiesa cattolica. Poi non vi chiedete perché la gente si allontana. Se cerco un prete e trovo un seguace di Zingaretti o di Di Maio, anche con la tonaca viola (quella indossata dai vescovi, ndr), la gente dice ‘Cristo me lo prego a casa mia’”. “Abbiamo finalmente posto il tema della migrazione al governo nazionale – si è vantato, inoltre, il governatore – lo abbiamo messo per certi versi con le spalle al muro dopo dieci anni di silenzio e dopo avere subito per dieci anni scelte irragionevoli”.