Un bagaglio da 120 milioni per l’infrastrutturazione sanitaria. Un investimento a fondo perduto sul territorio, dopo gli 85 milioni spesi in tecnologie avanzate. Il Coronavirus – ma è ovvio che non è soltanto quello – ha riacceso i riflettori della Regione siciliana sul mondo della sanità. I soldi a disposizione del governo, derivanti dalla certificazione del programma europeo 2007-2013, verranno impiegati in 34 interventi: tra questi il completamento del nuovo ospedale di Ragusa, che alcuni mesi dopo la sua inaugurazione, risulta già incompleto. La voce che cattura maggiormente l’attenzione, però, è quella relativa al Cefpas: Musumeci e Razza, infatti, hanno deciso di investire una vagonata di denaro – 33 milioni – per quello che rappresenta il centro d’eccellenza della formazione del personale sanitario. Uno dei pochissimi in tutta Italia. Oltre che il fiore all’occhiello del sottogoverno, gestito dagli uomini del presidente.

E non è tutto: ulteriori 5 milioni sono stati destinati alla riqualificazione del Cres (acronimo di centro per la ricerca elettronica della Sicilia) di Monreale, che negli ultimi anni era stato abbandonato e devastato dei vandali: diventerà la sede del Cefpas per l’area occidentale della Sicilia. La formazione si fa in due. Alla “base” di Caltanissetta, che verrà rifunzionalizzata attraverso un progetto svelato qualche giorno fa dal direttore Roberto Sanfilippo (nella foto, con Musumeci), alla presenza delle massime cariche istituzionali, se ne aggiunge un’altra nel Palermitano. Un altro presidio d’eccellenza, come l’ha definito il presidente del Consiglio comunale di Monreale, Marco Intravaia, che è anche uno strettissimo collaboratore di Musumeci.

I 33 milioni destinati, invece, alla struttura già esistente del Nisseno, poggiano sul progetto di rilancio del Cefpas, che su input della Regione Siciliana gestirà la Scuola di Medicina Regionale destinata alla formazione dei medici in possesso di abilitazione all’esercizio professionale e non ancora specializzati. Inoltre, nell’ottica di promozione internazionale della formazione, il Cefpas ospiterà anche la “Euro Mediterranean school of health security” dedicata allo sviluppo delle competenze nella prevenzione e promozione della salute pubblica con particolare riguardo alle politiche di immigrazione.

La rifunzionalizzazione a cui si fa accenno nell’ultima delibera di giunta, però, tocca anche altri tasselli: grazie allo stanziamento regionale di 4 milioni di euro, il Cefpas potenzierà il Centro Mediterraneo di Simulazione (Cemedis), che consentirà agli operatori sanitari di simulare sugli ologrammi l’intervento clinico. “Si tratta di un progetto all’avanguardia in Italia sul tema della realtà aumentata virtuale nella medicina, come accade in altre poche realtà all’estero – ha commentato il direttore Sanfilippo -. Questo è ciò che si fa oggi in uno dei padiglioni e che sarà attivato anche nelle altre strutture del nostro Centro perché rappresenta una nuova dimensione nello scenario formativo hi-tech. Il governo ha voluto sfruttare molto le potenzialità del Cefpas, investendo molto sulla digitalizzazione”. Infine, il suo rilancio passa dalla sostenibilità ambientale, con un importante intervento sui 14 padiglioni con un investimento complessivo di oltre 20 milioni di euro che renderanno le strutture del Centro maggiormente efficienti contro gli sprechi energetici e in grado di produrre energia rinnovabile che lo renderà autosufficiente, secondo le attuali normative e in linea con gli obiettivi di Agenda 2030.

Un’operazione massiccia, che l’assessore Razza ha già salutato con piacere: “Con questo intervento e grazie agli investimenti decisi e alla condivisione della progettualità della governance del Cefpas, la Regione colma un vuoto che aveva penalizzato fortemente questa parte del territorio nell’accesso ai servizi e che, diversamente dalle città metropolitane, era fuori dalla rete formativa universitaria”. D’altronde, il Cefpas “non è solo una struttura di supporto al sistema sanitario della nostra regione, ma la sua presenza nell’area centrale della Sicilia lo rende uno strumento dell’economia cittadina che punta ad estendere l’asse formativo attuale di assistenza alle aziende sanitarie con quattro nuove mission che guardano alla formazione, all’innovazione e alla ricerca, alla sicurezza e alla prevenzione e all’internazionalizzazione”, ha spiegato Sanfilippo. Ricerca e innovazione come modelli per affermare una buona sanità. La buona sanità paga, ma in questa fase – soprattutto – costa.