La caduta di calcinacci da un viadotto nei pressi di Misilmeri, settimana scorsa, ha reso necessaria la chiusura di un tratto della Palermo-Agrigento (SS 121). Una delle incompiute più clamorose della viabilità siciliana. Ma nelle stesse ore, a palazzo delle Aquile, a Palermo, tornava d’attualità un progetto faraonico, da quasi un miliardo e mezzo (il valore dell’ultima Finanziaria regionale), che riguarda la costruzione di un tunnel sotterraneo in grado di collegare il porto con l’innesto autostradale. Un’idea lanciata, qualche mese fa, dal viceministro alle Infrastrutture, e tornata in auge a pochi giorni dalla visita di Giancarlo Cancelleri in città, per decretare che i cantieri dell’anello ferroviario verranno smontati entro e non oltre il 30 novembre. Ma c’è una particolarità: il sindaco Orlando, attratto del progetto, ha già chiesto i soldi allo Stato “per l’avvio dello studio di fattibilità. Per la realizzazione dell’opera – fanno sapere dal Comune – si intendono utilizzare le risorse assegnate dai decreti del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti lo scorso anno, pari a circa 1,4 mld”.
Sembra il momento dei tunnel. Lo stesso Cancelleri, mettendo per un attimo da parte il Ponte sullo Stretto, ha pensato che l’unico collegamento stabile per portare i treni dell’alta velocità in Sicilia fosse un tunnel subalveo. Ha esposto il piano durante dell’inaugurazione del viadotto Himera (270 metri d’autostrada) cinque anni dopo il crollo: “Se invece di parlare di Ponte – ha incalzato i giornalisti – vi chiedessi ‘Volete l’alta velocità fra Salerno e Palermo?’, quanti di voi mi direbbero di no?”. Cancelleri ha spiegato che si tratta di “cinquanta miliardi d’investimento, che significa posti di lavoro, sviluppo. Sto definendo un progetto, con il supporto di ingegneri ed esperti, per la costruzione di un tunnel subalveo nello Stretto di Messina. Lo consegnerò al premier Conte entro la prossima settimana” (che poi sarebbe questa). Vediamo quale sarà la reazione del premier: negli ultimi mesi si era mostrato possibilista – o, comunque, non contrario – alla realizzazione del ponte di Messina, ma poi ha deciso di non inserirlo all’interno di ‘Italia Veloce’, l’elenco di 130 opere strategiche – da realizzare in parte seguendo il modello Genova – allegato al decreto Semplificazioni. La prima risposta è tutta lì.
Fra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare. Ma sognare non costa nulla. In questi mesi lo hanno fatto persino Orlando e Cancelleri, che stanno valutando la possibilità di creare un sistema di collegamento veloce che consenta agli automezzi e ai mezzi da carico di raggiungere sia l’hub portuale che quello aeroportuale di Palermo rapidamente, con una infrastruttura dedicata. Nello specifico, si sta pensando ad un collegamento fra la zona terminale dell’autostrada Palermo-Catania e l’autostrada verso Trapani, con uno svincolo di collegamento verso il porto. L’idea progettuale – come ricorda una nota del Comune – è stata redatta dall’Autorità portuale di Palermo, di concerto con Anas, Regione e Comune con l’obiettivo di inserirla nel programma dell’Unione Europea del cosiddetto “Ultimo Miglio”, che serve a collegare le strade principali con i porti e gli aeroporti. Il tunnel, una sorta di “passante autostradale”, avrebbe una lunghezza di 12 km.
Il progetto, del costo di 1,2 miliardi di euro, prevede un percorso interamente sottoterra che attraversa la città di Palermo creando uno svincolo per il porto e gli imbocchi all’altezza dello svincolo di Villabate e a quello dell’ospedale Cervello. I tempi di costruzione li aveva annunciti Cancelleri qualche mese fa: cinque anni (gli stessi che sono serviti per ricucire la Sicilia sull’Himera). “Si tratta di un’opera che certamente cambierebbe in modo radicale la mobilità a Palermo – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – senza però alterarne, anzi favorendo un recupero di vivibilità, nei grandi assi viari. È ovviamente un’opera impegnativa sotto il profilo finanziario, ma soprattutto sotto il profilo costruttivo ed è, quindi, necessario che sia preceduta da uno studio di fattibilità adeguato, consistente e accurato”. L’iter è stato in qualche modo avviato.
Palermo è la città delle poche opportunità, ma delle grandi scommesse, nonostante i sottopassi di viale Regione si allaghino troppo facilmente e la gente rischi di morire per un acquazzone di mezza estate. Ce n’è un’altra in sospeso, che affonda le proprie radici in un progetto illustrato un paio d’anni fa da Eurispes (con l’ex ministro Saverio Romano in prima fila), che porta la firma di Istmo, uno studio di ingegneria di Palermo: un porto hub nuovo di zecca. Sarebbe il più grande d’Europa (persino più grande di Rotterdam) e potrebbero transitarvi fino a 16 milioni di container l’anno. Costo dell’operazione: 5 miliardi di euro. Ma ci sarebbe un “ritorno” cospicuo anche in termini di lavoro (435 mila persone fra occupazione diretta e indotto). Certo, bisognerebbe trovare i soldi. E l’unico mercato florido è quello cinese: la visita di Xi Jinping dello scorso anno fece sperare, ma non ha ancora dato i suoi frutti.
Chi s’è portato avanti per la costruzione del World Trade Center in salsa siciliana, invece, è la Regione. Che qualche settimana fa ha pubblicato il bando per la realizzazione del nuovo centro direzionale in via Ugo La Malfa, a Palermo, attualmente occupata dai vecchi uffici dell’Ente minerario siciliano. Vale 425 milioni di euro, di cui 270 per l’esecuzione dei lavori. Si tratta del secondo concorso di progettazione, dopo il bando pubblicato a gennaio per la nuova Cittadella giudiziaria di Catania. L’obiettivo è riunire in via La Malfa tutti gli uffici – centrali e periferici – dislocati in città. Il concorso per il nuovo centro direzionale sarà del tipo a due gradi (la prima fase scade il 3 ottobre) e sarà finalizzato all’acquisizione del progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’opera. Al vincitore del concorso, previo reperimento delle risorse, saranno affidate anche le fasi successive della progettazione, sino al livello esecutivo.
Il concorso è stato bandito dal dipartimento regionale Tecnico, nella qualità di stazione appaltante, mentre sarà il dirigente generale del dipartimento dell’Energia, Tuccio D’Urso (quello che ha “cassato” le ferie dei dipendenti fino a Ferragosto, ma che dal 17 andrà in pensione), ad assumere il ruolo di responsabile unico del procedimento. La Regione, in merito alle procedure da adottare, fruirà anche della consulenza tecnico-amministrativa della Cassa depositi e prestiti, con cui di recente è stato perfezionato un protocollo d’intesa. Come hanno fatto sapere dal dipartimento tecnico, l’obiettivo è “centralizzare tutte le funzioni pubbliche” e garantire “una maggiore efficienza dei servizi resi al cittadino. Oltre a promuovere, grazie al potenziamento dei trasporti cittadini su ferro, la diminuzione sostanziale del traffico e una conseguente riduzione dell’inquinamento. Il ricorso alle procedure concorsuali, voluto dal governo della Regione, garantisce trasparenza e massima concorrenza e stimola la partecipazione di professionisti di talento e di chiara fama, rilanciando la centralità del progetto nei processi di trasformazione del territorio”.
Musumeci, ovviamente, si è arrogato i meriti per l’avvio dell’iter. Il centro direzionale rappresenta “una vera e propria sfida del mio governo, visti i tentativi del passato, sempre andati a vuoto, per accorpare tutte le attività della Regione in un unico sito. L’obiettivo principale è quello di rendere un servizio ottimale alla collettività, sia dal punto di vista del comfort che della logistica”. La Sicilia ha una grande capacità visionaria, ma troppo spesso perde il contatto con la realtà: lo dimostrano i calcinacci della Statale 121, o la frana di Letojanni, che nessuno in cinque anni è riuscito a rimuovere. Si riuscissero a coniugare le due cose insieme – sogno e pragmatismo – forse una speranza l’avremmo.
Conte: stop al Ponte, facciamo il tunnel
“No al ponte sullo Stretto di Messina, penso invece a un tunnel sottomarino”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ospite de ‘La Piazza’, l’evento organizzato dal quotidiano online ‘Affaritaliani.it’ a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi. “Sullo Stretto dobbiamo pensare, quando si riveleranno le condizioni, a un capolavoro di ingegneria – aggiunge -. Stavo pensando, piuttosto, a un ponte sottomarino (lo stesso che gli ha suggerito Cancelleri, ndr). Per il ponte non ci sono le condizioni. Ma prima dobbiamo preoccuparci dei collegamenti interni”.
La replica di Musumeci al premier
“Ho rispetto per tutte le proposte, l’obiettivo è il collegamento stabile tra le due sponde sia per il trasporto su gomma che per quello ferroviario. Che si faccia in superficie o sotto il mare ai fini economici ed infrastrutturali non mi pare molto rilevante. Sarebbe utile capire se il presidente del Consiglio sia dotato di un progetto di massima e se il piano abbia avuto un consenso di carattere tecnico”. Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, all’ANSA, sull’ipotesi di realizzare un tunnel sottomarino nello Stretto di Messina. “Volendo pensare male – aggiunge il presidente della Regione – si può credere che il tunnel sottomarino sia una comoda trovata per mettere a tacere il coro sempre più robusto di quanti chiediamo il Ponte sullo Stretto e di rinviare ulteriormente il tavolo di confronto sul tema”.