Due approdi direttamente sulla terraferma di Lampedusa, durante la notte, con un totale di venti tunisini e un barchino – con una dozzina di migranti – giunto stamattina. E’ il report aggiornato dall’isola. I gruppi, dopo i primi controlli sanitari, sono stati trasferiti all’hotspot di contrada Imbriacola dove stanotte sono rimasti in 780. Dalla struttura d’accoglienza sono pronti a partire 100 migranti: verranno imbarcati sul traghetto di linea che giungerà in serata a Porto Empedocle (Ag). All’hotspot, dopo i tre nuovi sbarchi, resteranno in 712.
In attesa delle soluzioni prospettate dalla ministra Luciana Lamorgese, il sindaco Totò Martello ha ripreso la protesta: “Bisogna svuotare immediatamente l’hotspot. Non possiamo aspettare la nave domani perché non sappiamo cosa accadrà per tutta la giornata e di notte. Non si possono tenere 1.000 persone dove possono esserne ospitate 95. Non capisco perché il presidente del Consiglio non dichiari lo stato di emergenza considerato che in due settimane abbiamo avuto 250 sbarchi. Cinquemila persone in 28 giorni, numero superiore al 2011: in quel caso il governo dichiarò lo stato di emergenza”.
La Prefettura di Agrigento è al lavoro per pianificare nuovi trasferimenti. Si stanno cercando però posti disponibili, dove i migranti potranno effettuare la sorveglianza sanitaria. Da una di esse, l’hotel San Paolo Palace di via Messina Marine, a Palermo, un migrante positivo al Covid (ce sono 33: tutti in quarantena obbligatoria) aveva fatto perdere le proprie tracce, prima di ripresentarsi volontariamente al cospetto delle forze dell’ordine che avevano avviato le ricerche.
Anche il presidente della Regione, Nello Musumeci, è tornato sulla questione: “Lampedusa sta di nuovo scoppiando. Al nostro grido d’allarme si aggiunge oggi quello del sindaco. Mi spiace che in una lunga intervista al Corriere il ministro non abbia neppure pronunciato la parola Lampedusa. Eppure è luogo-simbolo in Europa e nel mondo. Quanto ancora si deve attendere per la proclamazione dello “stato di emergenza” su quell’Isola da parte del governo centrale, richiesto da oltre un mese dal Comune e dalla Regione?”.
Il suo assessore alla Salute, Ruggero Razza, si è recato invece a Pozzallo per valutare le condizioni del centro d’accoglienza dove sono stati trasferiti alcuni dei migranti sbarcati nelle Pelagie. L’impatto non è stato granché: “Ho appena finito la mia visita al porto e all’hotspot di Pozzallo – ha scritto Razza su Facebook -. Per un giorno, notte compresa, sulla banchina sono stati tenuti a decine. Erano arrivati a Lampedusa, sono stati portati a Pozzallo e da Pozzallo in bus stanno andando a Porto Empedocle. Ma non è l’unica follia. I migranti ospitati nell’hotspot erano arrivati in Sicilia, quindi portati a Bari e poi riportati in Sicilia. Ringrazio il sindaco Ammatuna per la visita che assieme abbiamo fatto e voglio raccogliere tutta la preoccupazione che egli ha espresso per la sua comunità. Quando il presidente Musumeci ha denunciato la mancanza di un piano, eravamo stati presi per pazzi. La Regione fa la sua parte con medici e persone capaci, che ho ringraziato insieme al direttore generale Aliquò e al direttore sanitario Elia. Straordinarie anche le forze dell’ordine, in costante contatto con la prefettura di Ragusa”. Sempre da una struttura Ragusa – ha comunicato Razza in un video – sarebbero scappati 28 migranti. Il centro ne conteneva 117, di cui 9 positivi al Covid. Un carabiniere ha provato a mettersi in mezzo, ma è stato ferito.