Alla presenza del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, è stato inaugurato stamattina il nuovo viadotto Himera, lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania. Il pilone era crollato nell’aprile 2015. Erano presenti anche il viceministro alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e la deputazione regionale del Movimento 5 Stelle. Non c’era, invece, nessun membro del governo regionale. Nello Musumeci, poco prima dell’evento, ha postato un video su Facebook per rimarcare la lentezza dei lavori – da parte di Anas – che si sono conclusi dopo 1900 giorni: “Non c’è nulla da festeggiare”, è stato il commento lapidario del presidente della Regione.
“Il governo – ha detto il ministro De Micheli – sta facendo un grande sforzo per superare definitivamente il gap del Sud con le aree del Nord del Paese. Per la Sicilia ci sono 17,7 miliardi, quasi 11 per le ferrovie; a ottobre ci sarà la gara per il tratto Palermo-Catania-Messina e stiamo chiedendo la fattibilità per completare l’anello di tutta la costa siciliana”. A prendersi la scena è stato soprattutto Giancarlo Cancelleri, reduce da una polemica furibonda con l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone: “Penso che le dimissioni dovrebbero rassegnarle tutti quanti alla Regione – ha detto Cancelleri -. La montagna franata 5 anni fa, che fece cedere i piloni del ponte Himera, sta ancora lì e non hanno mosso un dito”.
Lo stesso Cancelleri, alla vigilia, aveva rimarcato il peso del proprio intervento: “268 metri che non solo servono a ricucire la Sicilia, ma che soprattutto ridanno dignità ad una terra che troppe volte alla parola “infrastrutture” ha affiancato la parola “incompiuta”. Continuo a pensare che 5 anni per rimettere in piedi un’opera di tale importanza siano troppi e le norme inserite nel DL Semplificazioni per velocizzare procedure e cantieri sono il mio impegno determinato a cambiare il passo delle opere del nostro Paese. Ci ho creduto e soprattutto ci hanno creduto le imprese e i lavoratori impegnati nella ricostruzione, è diventata una sfida di tutti quelli che oltre le polemiche e le critiche, si rimboccano le maniche per cambiare davvero le cose. Questo è il risultato raggiunto, dimostrare che fare le cose, farle velocemente e bene è davvero possibile. Oggi io e la Sicilia pensiamo alla prossima sfida, per una straordinaria normalità che questa terra merita”.
L’assessore regionale Marco Falcone, sostenitore del Cas e un po’ meno dell’Anas, aveva promesso di dimettersi nel caso in cui l’opera fosse arrivata a compimento entro luglio. Ma, al netto delle pressioni ricevute in questi giorni dal Movimento 5 Stelle, rimarrà al suo posto, anche se un timido segnale – come racconta ‘La Sicilia’ – c’è stato. Una letterina a Musumeci per rimettere le deleghe, che però il governatore non ha preso in considerazione.
Ma sulle strade siciliana la normalità è ancora una chimera. Sebbene l’autostrada Palermo-Catania sia difficile da percorrere, a causa di restringimenti e deviazioni varie (e qui le responsabilità sono sempre in capo all’Anas), anche la Catania-Messina, in mano al Cas, ha i suoi bei problemi: ad esempio, la frana di Letojanni che, come il viadotto Himera interrotto, è lì dal 2015. I lavori di rimozione, aggiudicati nel novembre dello scorso anno, procedono a rilento e non c’è ancora una data certa sulla consegna dell’opera. Più in generale la viabilità, in Sicilia, è fortemente rallentata dalla burocrazia: la Regione ha stilato un elenco di 161 maxi-interventi urgenti sulle provinciali per i quali ha chiesto fondi al ministero delle Infrastrutture. Ma è in attesa di una risposta da Roma. E aveva, inoltre, chiesto il commissariamento di 10 opere strategiche, nello stesso periodo in cui aveva avviato una vertenza con l’Anas per le negligenze appurate. Comprese quelle sulla Palermo-Agrigento e sulla Agrigento-Caltanissetta: due snodi fondamentali e anni di passione (a causa del crac di Cmc, la concessionaria).