Si è aperta ieri, all’Ars, la discussione generale sulla riforma urbanistica, attesa al vaglio dopo 42 anni. Ma la concordia trovata in commissione fra maggioranza e opposizione, che ha permesso di approvare il testo all’unanimità, adesso sembra vacillare. Colpa dei mille emendamenti, presentati anche dai partiti dei centrodestra, che non piacciono a Pd e Cinque Stelle, soprattutto laddove si tenterà di sanare gli edifici a ridosso della costa, per buona parte oggetto di demolizioni. Il primo sponsor della riforma è l’assessore al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, che durante il suo intervento a Sala d’Ercole ha provato a cavalcare un clima di concordia: “Qui c’è in gioco l’interesse generale – ha esordito -. Chiedo di cogliere l’essenza e la filosofia che sta alla base di questo disegno di legge e di trovare la stessa compattezza che, dopo 28 anni, ha permesso alla Sicilia si avere l’Autorità di bacino”. Cordaro ha segnalato alcune questioni di primaria importanza: “Tradurre in legge il principio della rigenerazione urbana, o del consumo del suolo (vedremo se zero o tendente a zero), o del certificato verde, non è una cosa banale, che si fa in due giorni. Questa legge ha avuto una pubblicità massima: tutti gli ordini professionali sono venuti in commissione, così come tutti i soggetti e gli stakeholders interessati. Forse, poiché siamo riusciti a trovare una sintesi, e a differenza di altre volte non abbiamo litigato, non ha avuto la stessa eco di altre iniziative. Tocca all’Ars approvare questa legge, magari provando a migliorarla. Non importa quanto ci vorrà”.