Ieri all’Ars è arrivato anche un po’ di colore. Merito di Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima, che si è presentato in aula con un cartello per denunciare l’attacco “volgare” dei Cinque Stelle nei confronti di Musumeci e la mancata presa di posizione dei deputati grillini, che, anziché dissociarsi, hanno atto quadrato attorno a Nuccio Di Paola. E’ stato proprio Di Paola, nel weekend, a pubblicare su Facebook un fotomontaggio di Musumeci avvolto dalla vernice rossa. Un’espressione di propaganda che ha provocato un’orticaria a parecchi assessori (Armao e Cordaro su tutti) e fatto esplodere la polemica. Di Paola ha provato a spiegare a Sala d’Ercole che il suo intento non era l’istigazione all’odio, tanto che i volantini sono stati preparati con diversi colori. Miccichè ha chiuso a fatica l’incidente diplomatico, ma è probabile che qualche strascico si ripresenti anche oggi, quando verrà discussa la mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione.

L’esibizione di Aricò – che ha chiesto l’applicazione di un codice etico per regolare i rapporti fra deputati – non è piaciuta a Luca Sammartino, che nei mesi scorsi aveva subito un attacco frontale da parte dello stesso Musumeci e che ieri, sui social, ha ripostato la foto del capogruppo di Diventerà Bellissima, con una postilla polemica: “Due pesi e due misure. Il rispetto delle istituzioni vale sempre e non può essere a convenienza. Basta con questo spettacolo indegno. La Sicilia e i Siciliani hanno bisogno che vengano risolti i problemi. Basterebbe semplicemente il buon senso”.

Oggi, intanto, al centro del dibattito torna l’operato di Musumeci. La mozione di sfiducia è stata presentata dal Movimento 5 Stelle. Le motivazioni elencate nella mozione sono tantissime. “Si va – dice Pasqua, il capogruppo del M5s – dalla catastrofica gestione della cassa integrazione in deroga, al disastro del settore rifiuti, dalla mancata redazione dei piani di rientro del disavanzo, alla scriteriata gestione dei fondi europei, a quella, altrettanto fallimentare, delle partecipate, dalle nomine sbagliate, alla totale assenza delle tanto strombazzate riforme”. “La goccia che ha fatto traboccare il vaso ricolmo delle intollerabili inefficienze di questo governo – spiegano i deputati – è stata la consegna, fatta dal presidente della Regione, dell’assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana alla Lega, un partito che da sempre mortifica ed oltraggia il popolo siciliano”.

Anche Musumeci sarà in aula per difendersi (avrà mezz’ora di tempo), ma la posizione del governo è emersa da un post pubblicato su Facebook dall’assessore alla Salute, Ruggero Razza, subito dopo la comparsa del volantino cosparso di vernice: “Adesso è molto più chiaro anche il senso di presentare una mozione di sfiducia (che i primi a sperare che non passi, sono proprio la gran parte dei suoi presentatori…): esattamente come per l’immagine di cui si nega il richiamo cruento al sangue, la mozione rivendica lo stesso obiettivo di negare evidenze e nascondere verità. Il tutto condito di odio, mistificazione, volgarità. Non abbiamo ancora realizzato tutto il nostro programma, ma non si può utilizzare la politica in modo così basso da dire che non sia stato fatto almeno un passo avanti in ogni campo. La Sicilia è una terra difficile e ha bisogno un presidente onesto e capace come Nello Musumeci. I siciliani, poi, ci giudicheranno fra due anni e mezzo. E sapranno chi promuovere e chi bocciare. Ma si combatte con le armi della politica. Criticando l’avversario, ma non augurandogli il male. Chi non lo capisce non è degno di rappresentare i cittadini siciliani”.