Sono cinque le condanne per uno dei tronconi d’inchiesta scaturiti dall’operazione “Sistema Siracusa”, condotta dalla procura di Messina. La sentenza, di primo grado, è della prima sezione penale del tribunale di Messina, che ha condannato l’imprenditore piemontese Ezio Bigotti, ex manager del gruppo Sti, a sette anni e sei mesi.
Al centro del processo per corruzione in atti giudiziari e falso commesso da pubblico ufficiale, l’operazione della Guardia di finanza scattata nel febbraio 2019, che coinvolse l’imprenditore, alcuni consulenti e commercialisti. Il procedimento è un filone dell’inchiesta condotta dalla procura di Messina sul “Sistema Siracusa” che a suo tempo portò ad accendere i riflettori su un “comitato di affari”, secondo l’accusa, capace di condizionare le indagini. Nell’inchiesta, anche il coinvolgimento dell’ex magistrato Giancarlo Longo. Successivamente le dichiarazioni rese ai magistrati dai legali Pietro Amara e Giuseppe Calafiore portarono a ulteriori sviluppi.
Ezio Bigotti è stato a lungo amministratore delegato della Spi, la Sicilia Patrimonio Immobiliare, la società della Regione finita al centro dello scandalo per un censimento fantasma da 110 milioni di euro. Bigotti rappresentava il 25% della Psp Scarl, un raggruppamento temporaneo di imprese – con alcuni riferimenti fiscali in Lussemburgo – che provvide alla mappatura degli immobili regionali. I risultati di questo censimento sono rimasti chiusi nei cassetti fino a qualche mese fa, quando vennero dichiarati “inservibili” dall’assessore all’Economia Armao. Dei soldi, invece, nessuna traccia.