La visita di sabato a Lampedusa ha indispettito il presidente della Regione. Così Nello Musumeci, al tramonto di un weekend di passione (c’è Miccichè che lo pressa per un rimpasto), ha deciso di affrontare la situazione di petto ed esprimere parole dure nei confronti del Ministro per l’Interno, Luciana Lamorgese: “Apprendo che il ministro Lamorgese, dopo il nostro sopralluogo, sarebbe stata costretta a telefonare al sindaco di Lampedusa per rassicurarlo – scrive il governatore su Facebook -. Mi fa piacere perché evidentemente ritiene, come in effetti è, di essere dalla parte del torto. Ma dovrebbe anche spiegare quale strategia intende adottare per garantire la sicurezza dei siciliani. Noi abbiamo mandato su quell’Isola test sierologici e tamponi e domani (oggi, ndr) imbarcheremo sempre verso le Pelagie una macchina per processare i tamponi in 20 minuti. A proposito, ci dica il ministro se sono stati utilizzati i tamponi prima di trasferire i migranti da una parte all’altra della Sicilia. Se così non fosse sarebbe grave”.
“E ancora non mi è chiaro – continua Musumeci –: il governo di Giuseppe Conte delibera o no lo “stato di emergenza” per Lampedusa, come chiesto dal Comune e dalla Regione? Ed ancora, possiamo finalmente conoscere quale protocollo il ministro dell’Interno ritiene debba essere seguito per tutelare migranti e cittadini? Ad esempio: domattina (oggi, ndr) arriverà una nave a Pozzallo, con 60 migranti. Chi farà i tamponi? Dove faranno la quarantena? Il silenzio di Roma con chi ha la responsabilità costituzionale di tutelare la salute dei siciliani è diventato insopportabile e viola il principio di leale collaborazione cui anche il premier Conte dice di uniformarsi. O si concorda – sul piano sanitario – ogni azione con la Regione o non siamo più disponibili ad essere chiamati solo a supplire le gravi omissioni del governo centrale. Si diano una regolata”.