L’affitto dello stadio “Renzo Barbera” a Dario Mirri potrebbe costare carissimo. Nello schema di convenzione di cui discutono gli uffici, ma non ancora esitato, si parla di 341 mila euro l’anno. Decisamente troppi per un club appena promosso in Serie C. Tanto che l’amministratore delegato rosanero, Rinaldo Sagramola, ha puntato i piedi: “Una ipotesi di canone fuori ogni logica”. E nel frattempo s’è già mosso per capire se in provincia c’è qualche impianto che abbia i requisiti per ospitare le gare casalinghe del Palermo nell’anno che segna il ritorno tra i professionisti.
Il nodo è che senza stadio l’iscrizione non può essere completata. E il Palermo, dopo essere risorto dalle proprie ceneri, non ha alcuna voglia di perdere tempo appresso alle diatribe della politica. L’opposizione di Palazzo delle Aquile ha contestato al sindaco di aver concesso il “Barbera”, nell’ultimo campionato di D, “sine titulo”, sollevando l’ipotesi di un danno all’erario. Orlando prende tempo (“L’unico obiettivo è garantire l’utilizzo dello stadio nel modo più corretto”), ma di tempo non ce n’è. Da qui l’ipotesi (estrema) di spostarsi altrove: “Siccome non possiamo stare dietro alle discussioni – ha spiegato Sagramola durante un intervento televisivo – stiamo vedendo in provincia se ci sono campi omologati per ospitare le partite di Serie C, perché noi – comunque vadano le cose – ci dobbiamo iscrivere al campionato e non possiamo rimanere sospesi o sotto ricatto”.
Farebbe specie vedere la squadra in “trasferta” dopo un agognato ritorno nel calcio che conta. Giunto ufficialmente l’altro ieri, quando la Lega Nazionale Dilettanti ha comunicato la promozione dalla D alla C, in seguito alla cristallizzazione delle classifiche causa Covid. E che figura ci farebbe Orlando, che non più tardi una settimana fa salutava con entusiasmo i primi successi del nuovo club? Anche per Mirri e la sua famiglia non sarebbe tutta ‘sta gran pubblicità: il tessuto connettivo con la città e con i suoi tifosi è quello a cui il progetto di Hera Hora (che scricchiola attorno ai dissapori con Di Piazza) si è aggrappato per generare l’interesse della pizza. Andare a giocare a Marsala, come si sussurra, o altrove, andrebbe in direzione opposta.
Lo schema di convenzione, a cui il Palermo non vuole assolutamente sottostare (dopo un anno “a gratis”), dovrebbe durare sei anni. Ma è la cifra ad essere ritenuta proibitiva per un club che conta su un fatturato da 3,5 milioni: i 341 mila euro di cui si parla sono una cifra addirittura superiore rispetto ai 315 mila dell’ultima convenzione, siglata nel 2011 (quando il club giocava, però, in Serie A) e scaduta nel 2017. Si annuncia un feroce braccio di ferro.