La concitazione delle Amministrative, dove anche Siracusa è andata a farsi friggere, rischia di incrinare ulteriormente i rapporti e gli equilibri nella maggioranza di governo. Musumeci da un lato e Micciché dall’altro, dopo aver incassato la sconfitta di domenica, hanno deciso di sbollire in silenzio. Non una parola, da parte del governatore, sul fatto che Fabio Granata, il candidato di Diventerà Bellissima al primo turno, abbia accettato un posto nella giunta di Italia, l’esponente della sinistra che ha sbaragliato Reale, competitor (quasi) unico di Forza Italia e dei moderati.
L’errore commesso al primo turno aveva fatto imbestialire Gianfranco Micciché: “Probabilmente è una situazione che il governatore ha subito. Ma anche per gli assetti palermitani – aveva dichiarato in un’intervista a Buttanissima – è meglio che non succeda più. Lui è pur sempre il governatore”. Le scintille si erano già consumate a cavallo del 10 giugno e la batosta – improvvisa – subita domenica da Reale ha sancito la crisi e il silenzio. Forse, per non fare danni pubblicamente.
In mezzo a questo amore compromettente, ci sono le resistenze di Forza Italia a Palazzo dei Normanni, dove gli azzurri hanno reso necessario – anche se la proposta di notifica è toccata al Partito Democratico – il ritorno del “collegato” alla Finanziaria in commissione. A voler semplificare i conti, pare che le difficoltà superino i compromessi. Il centrodestra siciliano, al momento, non sembrerebbe quella che si definisce una coalizione in salute.
Forse l’occhiolino strizzato da Musumeci a Salvini ha infastidito Micciché, che per il leader della Lega non ha mai covato una simpatia estrema. Lo dimostra l’ultimo post pubblico del presidente dell’Ars su Facebook: “Forza Italia deve capire che l’abbraccio con la Lega sarebbe mortale. Chi continua a parlare di partito unico nel cdx non ha compreso che FI ha la maggior parte dei suoi voti al Sud e che al Sud non importa quasi nulla del monologo leghista su vaccini e immigrati”. Per rincarare la dose ecco l’ “assalto” al Ministro dell’Interno: “Qui al Sud abbiamo ben altri problemi e finora nessun esponente di questo governetto ha speso due parole sul Mezzogiorno. Salvini viene solo per il Cara di Mineo e per rifilarci la storiella del business dei migranti, ma non si accorge che in Sicilia mancano persino le strade”.
A Micciché ha risposto Pagano, esponente leghista in Sicilia, con un passato da coordinatore in Forza Italia, spiegando che il presidente dell’Ars ha sbagliato obiettivo: “Perché la Lega non fa parte del governo di Musumeci, e nemmeno vuole entrarci”. Il povero Rizzotto, unico degli eletti con la lista di Salvini, è confinato ai margini del gruppo misto. Tra buoni propositi scaduti, passi indietro annunciati e voti che non arrivano, si prospettano tempi duri. E la sacra alleanza del novembre scorso, quanto potrà durare?