La mancata conferma alla guida dell’Asp di Palermo, nel 2018, avrebbe mandato su tutte le furie Antonio Candela, arrestato oggi con l’accusa di corruzione. Nel mirino degli inquirenti è finita una conversazione tra l’attuale commissario per l’emergenza Covid e l’imprenditore Giuseppe Taibbi, anch’egli ai domiciliari, da cui emerge “un comune centro di interessi di natura affaristica-criminale”. La sera del 18 novembre 2018, quando era chiaro che il nuovo commissario dell’Asp 6 sarebbe stata Daniela Faraoni, i due sono stati intercettati dalle cimici durante una cena: “Non lo sapevamo… ci ha preso in giro… ci siamo fidati… ci hanno ammazzato” sostiene Taibbi, in riferimento alla mancata nomina di Candela.
Nel corso della discussione, tra l’altro, Taibbi proponeva di mettere a punto “un’attività di dossieraggio”, i cui contenuti sarebbero stati trasmessi prima ai giornali e poi “a esponenti del governo della Repubblica”. “Se tu vuoi, io in questa settimana mi esco fuori tutti i casini che hanno queste persone”, dice Taibbi. “E che risolviamo”, risponde Candela. Taibbi insiste: “… poi si fa un bell’articolo nei posti seri e si pubblica”. L’ex manager ha delle perplessità (“… e chi lo pubblica)”, ma si fida: “… ma tu non mi devi dire se tu vuoi, tu per i rapporti che noi abbiamo tutto quello che tu puoi fare fallo, mi segui, non mi devi dire se… omissis”.
Ma l’obiettivo di Taibbi è raggiungere Palazzo Chigi e i due vicepremier dell’epoca, Matteo Salvini e Luigi Di Maio: “… ora sia all’uno che all’altro, i due vice del premier che tanto vogliono la Sicilia e tanto casino vogliono fare in Sicilia e tanto non vogliono questo, questo presidente, io sono in grado di recapitargli, sia a uno che all’altro nelle proprie scrivanie, non per e-mail, ma nelle proprie scrivanie, un dossier dove c’è, vedi che questo ha preso, Lanza (Maurizio Lanza, manager dell’Asp di Catania), Colletti (Roberto Colletti, direttore generale dell’ospedale Civico di Palermo)… quello ha problemi, quell’altro ha problemi, questa deve essere la sanità della Sicilia? Punto interrogativo. Da là un minimo di bordello ne scaturisce… io la vedo l’unica, altrimenti lui per scusarsi prende il bambino (si riferisce all’assessore alla Salute Ruggero Razza), levati dai coglioni e ti fa assessore”.
Dalle espressioni utilizzate per commentare il “colpo gobbo”, risaltava, “in tutta evidenza, come gli stessi ritenessero reciprocamente le sorti dell’uno strettamente vincolate a quelle dell’altro e si sentissero uniti da un vincolo indissolubile”. Come si evince dalle carte dell’inchiesta, in quella intercettazione si parlava “con disprezzo del Presidente della Regione Sicilia” e “dell’Assessore alla salute Ruggero Razza (il “bambino” come definito da Taibbi che il Presidente Musumeci avrebbe dovuto levare “dai coglioni” per fare assessore appunto Candela)”. Una attività, sottolinea il giudice, contraddistinta da “spregiudicatezza e pressioni per ottenere incarichi” e “avente una manifesta finalità intimidatoria”, che secondo Taibbi, avrebbe consentito a Candela di “ottenere la nomina alla carica di assessore regionale”.